Disuguaglianze

Per un’ambulanza a Bolzano bastano 14 minuti, in Calabria bisogna aspettare quasi mezz’ora

Un’Italia a diverse velocità quella fotografata dal ministero della Salute nell’erogazione delle cure indispensabili previste dai livelli essenziali di assistenza. Cinque regioni sono sotto la soglia minima: Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Calabria e Valle d'Aosta. In allegato il report completo

di Francesco Dente

Regioni col passo del gambero nell’assistenza distrettuale. Sono ancora cinque i territori che non raggiungono la soglia minima nell’erogazione delle cure indispensabili previste dai livelli essenziali di assistenza – Lea come ad esempio l’assistenza domiciliare integrata, le strutture residenziali per gli anziani, le cure palliative per le persone malate di tumore. 

Chi avanza e chi arretra

C’è infatti chi avanza, come Campania e Sardegna promosse dopo anni di risultati insufficienti; chi arretra, Abruzzo e Basilicata e chi purtroppo si conferma inadempiente nell’offerta di attività e di servizi sociosanitari diffusi sul territorio. È il caso di Sicilia, Calabria e Valle d’Aosta. Quasi che una maledizione impedisse il progressivo consolidamento delle tutele assistenziali. 

A scattare l’ultima foto è il ministero della Salute che ha reso noti da poco i risultati relativi al 2023 del Sistema di garanzia, lo strumento attraverso il quale il governo verifica che le cure essenziali siano assicurate in condizioni di qualità, appropriatezza e uniformità su tutto il territorio nei tre macro-livelli dell’assistenza ospedaliera, della prevenzione e, appunto, dell’assistenza distrettuale (in allegato la relazione del ministero della Salute sul monitoraggio).

Cure ospedaliere maglia nera la Valle d’Aosta

Il dicastero guidato da Orazio Schillaci, in particolare, ha promosso tutte le Regioni, tranne la Valle d’Aosta, per i buoni risultati ottenuti nell’area delle cure ospedaliere ma ha bocciato Provincia di Bolzano, Liguria, Abruzzo, Molise e Sicilia perché non superano il livello della sufficienza (60 punti su 100) nell’attività di prevenzione, un settore che va dai vaccini al controllo degli alimenti e degli animali. 

Alcune regioni risultano inoltre inadempienti in due aree. Abruzzo e Sicilia sia nella prevenzione che nell’assistenza distrettuale, la Valle d’Aosta in quella ospedaliera e distrettuale. VITA ha approfondito i numeri dell’ambito distrettuale, l’ambito più vicino al Terzo settore perché fra i 33 indicatori presi in considerazione dal ministero non pochi riguardano attività di tipo sociosanitario realizzate con il contributo del non profit.

Trasporto d’emergenza e assistenza domiciliare

È il caso ad esempio del trasporto di emergenza o dell’assistenza domiciliare integrata. Il monitoraggio suddivide gli indicatori in due gruppi Core (7 parametri su 33) e No Core. Se si esclude la Calabria che, pur non raggiungendo la sufficienza, è migliorata nell’ultimo anno passando da un punteggio di 35 a 40, le altre regioni inadempienti (Abruzzo, Basilicata, Valle d’Aosta e Sicilia) sono tutte in caduta libera negli ultimi quattro anni (sottoinsieme Core). 

L’Abruzzo, new entry, è scesa da 77 punti (dunque sopra la sufficienza) nel 2020 a 45 nel 2023. La Valle d’Aosta, la regione col punteggio più basso in assoluto, ha subito una progressione negativa costante: 57 nel 2020, 49 nel 2021, 47 nel 2022 e 35 nel 2023. Spunti interessanti emergono dall’analisi dei singoli parametri.

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata, il ministero della Sanità segnala un punteggio (18,6) sotto la soglia di sufficienza in Calabria (nel 2022, invece, valori insufficienti si registravano anche in Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta) in un contesto di generale incremento dei valori dell’indicatore rispetto all’anno 2022. Passi in avanti, dunque, per l’Adi.

Con riferimento all’indicatore relativo all’assistenza per gli anziani non autosufficienti in strutture residenziali emerge un significativo gradiente geografico Nord-Sud, con valori critici in particolare in Campania e in Basilicata (non disponibile il valore della Sardegna). Si precipita da 176,48 assistiti con più di 75 anni su mille abitanti in Provincia di Trento a 5,11 in Campania e 8,21 in Basilicata. 

Se l’ambulanze è troppo lenta…

L’indicatore “Intervallo allarme target dei mezzi di soccorso”, che misura la capacità tempestiva di risposta del sistema di emergenza e le performance del sistema 118, registra un sostanziale miglioramento rispetto agli anni precedenti. Le criticità in particolare sono evidenti nelle Regioni Valle d’Aosta, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia (indicatore superiore o uguale a 23 minuti o criticità sulla validità dei dati). In particolare, mentre in Provincia di Bolzano bastano 14 minuti perché arrivi l’ambulanza, in Calabria bisogna aspettare quasi il doppio, 27 minuti. 

Infine, la rete delle cure palliative. Il numero delle persone assistite che sono decedute a causa di tumori registra nel 2023 un andamento eterogeneo nei valori regionali. Rispetto al 2022 aumenta tuttavia il gruppo di regioni che ottengono valori al di sopra della soglia di sufficienza.

Foto di Tom Smeeton su Unsplash

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.