Welfare
Permesso di soggiorno, bma quanto mi costi?
a conti fatti Una famiglia di quattro persone paga già 391 euro ad ogni rinnovo
di Redazione
Sulla carta il documento sarebbe gratis. Ma solo sulla carta, perché in realtà durante l’iter si spese si moltiplicano. Come ci racconta la somala Fatou Fawzi L ‘ italiano lo conosco bene, con la burocrazia me la cavo e navigare su internet è il mio mestiere. Eppure ho avuto qualche difficoltà a trovare dati e informazioni per scrivere questo articolo. «Quanto costa un permesso di soggiorno?»: dovrebbe essere di pubblico dominio, penso. Prima di accusarli di non averlo, qualcuno dovrebbe spiegare loro come ottenerlo, e quanto costa. E invece… Per i prossimi minuti, il tempo di scorrere questo articolo, sarò una mia amica: Fatou Fawzi, somala, 38enne alle prese per davvero con il rinnovo del documento di soggiorno in Italia. E con i suoi costi.
Maggio si avvicina
A maggio mi scade il permesso di soggiorno e bisogna che mi dia una mossa per rinnovarlo: devo avviare le pratiche almeno 60 giorni prima (anche se questo non mi garantisce di ottenerlo in tempo, anzi). È la prima volta che mi capita: sono arrivata a Roma quasi un anno fa perché Suleman, mio marito, somalo come me, ha chiesto il ricongiungimento famigliare per me e le nostre due figlie Tania, di 16 anni, e Mara, di 20. Dopo qualche mese, mi hanno dato un permesso di soggiorno valido per sei mesi. Ma ora chiederò di avere quello biennale, altrimenti arrivo che è già scaduto.
Allora, da dove parto? Dal web. Sul sito del ministero dell’Interno, trovo «Italia in regola», la guida all’immigrazione del ministero in «11 schede facilmente consultabili e sempre aggiornate» che mi spiega tutto, tranne quanto costa il rinnovo. «Per ulteriori informazioni», mi rimandano alla prefettura della mia città. Telefono. Niente. L’ufficio Immigrazione è aperto solo di mattina e io lavoro. Proseguo nella mia ricerca online e trovo un sito (www.portaleimmigrazione.it), davvero utile, che mi spiega per filo e per segno cosa fare e dove. Ma ancora non dice nulla sul prezzo. C’è un numero verde. Chiamo: non riesco a parlare con nessuno. C’è una voce preregistrata che mi dà le informazioni che vuole lei. Dopo due o tre tentativi, riesco a sapere che: il kit (una serie di documenti e dichiarazioni da inviare alla Questura che attestano chi sono e perché sono qui) costa 30 euro, e in più c’è da pagare 27,50 euro per avere il nuovo permesso in formato elettronico che solo alcune Questure rilasciano. E le altre? E quella di Roma?
Basta, chiamo la Caritas. Mi danno il numero di una sindacalista della Uil, Pilar Saravia , che finalmente risolve i miei dubbi. «Il permesso in sé non costa nulla», dice, «ma devi pagare 30 euro per avere il kit e per spedirlo via posta con “assicurata”, più altri 27,50 alla Zecca di Stato per avere il tesserino elettronico che da qualche anno rilasciano tutte le Questure e poi la marca da bollo da 14,50 euro». Ma non è tutto: Pilar mi spiega che per dimostrare che sono sposata, devo farmi tradurre il mio certificato di matrimonio dal somalo e farlo autenticare dalla mia ambasciata in Italia. Totale: 100 euro per una traduzione ufficiale e altri 3 euro per il riconoscimento. Quindi, facendo un rapido conto: spendo 72 euro per ogni componente della famiglia (anche Tania e Mara pagano perché hanno più di 14 anni) per ottenere il permesso, più altri 103 euro per dimostrare che sono davvero sposata con Suleman. Sulla calcolatrice c’è scritto 391 euro. Ecco la cifra che dovrò pagare ogni volta che rinnoverò il documento: cioè, se va bene, una volta ogni due anni (ma non «va bene», perché le ragazze hanno un permesso di studio che dura solo un anno).
Caro ministro…
Ho letto che il ministro Maroni ha detto che noi stranieri dobbiamo dare un «contributo» al processo d’integrazione pagando tra 50 e 200 euro in più per il permesso di soggiorno. Alla fine, una domanda: ma quanto costa questa integrazione?
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