L'evento

Piacenza, Fusacchia: svelarsi è la vera sfida al contemporaneo

Con il curatore del Festival del pensare contemporaneo (in programma a Piacenza dall'11 al 14 settembre) facciamo il punto sulla terza edizione della manifestazione: dal presidente Mattarella (che ha chiuso l'appuntamento del 2023), ad una visione internazionale, all'importanza della «scoperta» e di «esporre la propria fragilità», ai giovani

di Alessio Nisi

Piacenz

Un festival che valorizza il ruolo della cultura come pilastro democratico e come ponte tra le persone. Una rassegna che porta a Piacenza per il terzo anno consecutivo un cartellone di 80 ospiti e 200 eventi e che quest’anno ancora di più ad aprirsi a livello internazionale, grazie al sostegno di Fondazione Piacenza e Vigevano oltreché del Comune di Piacenza. Locale sì, ma con gli occhi puntati sul mondo. Dopo la “meraviglia” dell’edizione 2024 (circa 24mila presenze fisiche registrate durante le giornate della manifestazione), torna a Piacenza il Festival del pensare contemporaneo, dall’11 al 14 settembre un percorso dedicato al tema Vite svelate – esporsi/scoprirsi.

Per la kermesse è l’edizione della maurità? Quella in cui i temi delineati «fin dalla prima edizione», che diventano il tracciato da percorrere poi anche nei prossimi anni? Il curatore della manifestazione Alessandro Fusacchia riannoda il fili, riparte dalla chiusura della manifestazione con la presenza del presidente Mattarella e parla di un appuntamento sempre più solido e «che sta crescendo. Quest’anno, mi verrebbe da dire, facciamo un passaggio dalla maturità all’intimità».

Con Vite svelate, spiega «abbiamo 80 appuntamenti e 200 ospiti da Italia, Europa e anche da pezzi di mondo lontani». E sottolinea: «È un festival sul pensare e vogliamo aiutare le persone a capire meglio il contemporaneo. Con tante sfide da sviscerare».

Il curatore del Festival del pensare contemporaneo Alessandro Fusacchia, con il direttore filosofico Andrea Colamedici

Fusacchia, tanti i temi che avete deciso di affrontare in questa terza edizione del festival?

È un festival che permette a chiunque di trovare tante cose interessanti: parliamo di acqua, di economia, di lavoro, di giovani, di disagio sociale. Ma parliamo anche molto di arte, di cultura, molto di cinema. Quello su cui vogliamo scommettere è però che le persone saranno attratte naturalmente da quello che hanno già a cuore, certo, ma ci piacerebbe che si incuriosissero, scoprissero e approfondissero aspetti che apparentemente pensavano fossero meno interessanti per loro. Magari arrivando poi a dire: “Ma perché non vado a sentire questo dialogo, questa lezione, questa intervista?”, in un percorso di epifania e scoperta.

Perché Vite svelate, qual è stato il momento in cui avete deciso che questo era il tema giusto?

Le persone stanno al centro. Il sottotitolo esporsi/scoprirsi è molto importante. Spesso ci sentiamo dire sempre dire che “siamo tutti sulla stessa barca”: ma è falso. Quello che è verso è che siamo tutti nella stessa tempesta, ma con barche molto diverse. La tempesta? Vuol dire che se tu accetti di andare in fondo a te stesso e di condividere idee che magari pensi siano o fragili e con cui tu stesso fai fatica a fare i conti, ecco questa è la chiave per conoscersi fino in fondo. Altrimenti resterai sempre con una conoscenza insufficiente di te stesso.

piacenza
Festival del pensare contemporaneo / 2023

Qual è il valore aggiunto di questo percorso?

Il valore è nella scoperta: scopri le cose, scopri te stesso e scopri gli altri. Questo esercizio fa sì che si metta in condivisione la parte più complessa, profonda e articolato di te. Esporre la propria fragilità: forse non è che sarà mica questa la condizione per creare una società diversa?

Ospiti, temi, linguaggi: nel programma c’è una grande attenzione ai giovani

Non vogliamo parlare dei giovani, ma vogliamo parlare con i giovani e vogliamo che siano i giovani a parlare per loro e con noi. In tanti momenti ci saranno i giovani anche sui palchi a confrontarsi con altre generazioni e con altri mondi.

Penso al panel di venerdì pomeriggio “Perché non mi accontento? | Confronto tra chi il lavoro lo crea e chi lo “accetta”

Venerdì presentiamo alcune ricerche molto importanti sul tema del lavoro, in collaborazione con le università partner. Poi però mettiamo a discuterne diverse figure alcune giovani e altre diversamente giovani: ognuno rappresenta se stesso e porta con se esperienze diverse (da chi sta ancora all’università, a chi magari è alla prima esperienza lavoro, a chi sta cercando un impiego). Dall’altra parte abbiamo chiamato imprenditori e imprenditrici di varie generazioni. Perché questi mondi non comunicano più?

Fusacchia, come si prepara un festival come questo?

Si prepara con tanto amore, con tanta dedizione e con un grande lavoro di squadra. La chiave di tutto questo? L’attenzione e la cura dei dettagli. Aspetti apparentemente impercettibili che uno nemmeno nota, ma che fanno la differenza perché hanno contribuito a creare un’atmosfera, a comporre il quadro, a disegnare un sentimento.

In apertura e nel testo foto da ufficio stampa Festival del pensare contemporaneo

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