Nuove regole per la casa in Lombardia: le ha dettate la Regione «per andare incontro alle richieste crescenti di alloggi», come spiega l’assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti. «La casa è ancora oggi una priorità per i cittadini lombardi. Per Regione Lombardia con il presidente Roberto Formigoni è uno dei punti principali dell’agenda di governo. Non dobbiamo infatti dimenticare», continua l’assessore, «che attorno alla casa si sviluppano in maniera decisiva le dinamiche sociali e, nello stesso tempo, la casa incide – sia sul lato urbanistico che su quello sociale – sulla conformazione e vivibilità di un territorio». Le nuove regole si inseriscono dunque in questa prospettiva, e insieme alla recente approvazione del Programma Regionale di Sviluppo, pongono le basi per le azioni degli anni futuri. Ma vediamole nel concreto.
Procedure più semplici
Innanzitutto le nuove norme, per favorire l’integrazione sociale, introducono il mix abitativo: i Comuni possono assegnare le abitazioni tramite un bando speciale che assicuri il mix tra varie tipologie di nuclei familiari (giovani, studenti, anziani, single, famiglie monoparentali); le procedure si semplificano, per assegnazioni più veloci, e vengono resi disponibili appartamenti di piccole dimensioni destinati a locazione temporanea per studenti, famiglie monoparentali, lavoratori e persone che abbiano motivi di assistenza e cura.
Per quanto riguarda le assegnazioni, è il Comune ad assegnare gli alloggi, mentre l’ Aler, se convezionata con il Comune, compila la graduatoria. Per i Comuni con oltre 20mila abitanti una Commissione consultiva, composta da esperti indicati dalle parti sociali e dall’Aler locale, si occuperà delle assegnazioni in casi di particolare rilevanza sociale o urgenza (sfratti), dell’emanazione dei bandi finalizzati al mix sociale e della verifica delle morosità incolpevoli legate a disagio economico/sociale.
Il nuovo regolamento prende infatti in esame anche i casi di irregolarità, stabilendo che chi si trova in una posizione “irregolare” da un punto di vista amministrativo potrà far riconoscere situazioni di convivenza e o familiari consolidate e quindi stipulare un regolare contratto con un canone che tenga conto delle condizioni economiche della famiglia e delle caratteristiche dell’alloggio. Quali sono i casi di irregolarità sanabili? Il regolamento considera irregolari chi, secondo la vecchia disciplina, ha ottenuto l’autorizzazione a vivere nell’alloggio, ma non ha maturato l’intero periodo per il subentro nel contratto (un anno per genitori, figli, nonni, nipoti, tre anni negli altri casi) e chi, pur dimostrando la parentela e la convivenza con l’assegnatario, non ha richiesto l’autorizzazione.
Canoni a misura di famiglia
Con la nuova disciplina viene poi favorita la mobilità tra alloggi a canone diverso (da moderato a sociale, per esempio) per fare fronte a un eventuale peggioramento della situazione economica della famiglia, ma ridotte le ipotesi che consentono il subentro, ristrette solo a coloro che hanno sempre fatto parte del nucleo familiare o ai familiari che, dopo esserne usciti, vi rientrano, se parenti di primo grado e solo per motivi rilevanti (come le separazioni legali). L’ospitalità è possibile nel caso in cui non si crei una situazione di sovraffollamento, non deve superare un anno e deve essere finalizzata all’assistenza (badanti), previa comunicazione all’Aler; con l’ospitalità non si acquisisce in nessun caso il diritto di subentro nel contratto.
Chiarito anche il punto relativo alle possibilità di rifiutare, in caso di assegnazione, l’alloggio proposto: la rinuncia può avvenire – recita il nuovo regolamento – solo nel caso in cui le condizioni dell’alloggio non siano accettabili da un punto di vista strutturale e igienico-sanitario oppure a causa dell’inidoneità per handicap fisici attestati dall’Asl (per esempio in caso di mancanza di ascensore).
Infine, il nuovo regolamento ha esteso alla Polizia locale la possibilità di fare accertamenti, prima attribuita solo all’Autorità giudiziaria e di Pubblica sicurezza.
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