Non profit

Più che fondi, opere

L’idea di “I care, ancora”.

di Antonietta Nembri

“Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere il legno e attribuire i compiti, ma fai nascere in loro la nostalgia del mare ampio e infinito”: è un passo del Piccolo Principe che per Bruno Volpi, presidente della Fondazione I Care, ancora-onlus, esprime il senso di questo sodalizio. I Care, ancora si propone di essere al servizio di associazioni, cooperative e persone che già operano con scopi di solidarietà sociale. Tra i progetti attivati vi sono comunità familiari in Lombardia e Piemonte. È una fondazione unica nel suo genere in quanto è a partecipazione associativa: “Non nasce né da un patrimonio, né da un?idea o iniziativa per utilizzare un patrimonio, ma da un dato di fatto, da un bisogno e da un sogno”, spiega Volpi. “Personalmente non ho ricchezze mie o ereditate, ma spesso mi sono trovato a disposizione risorse umane e soldi e non ho mai pensato che fossero per me o la mia famiglia, ma piuttosto per un?idea che la mia famiglia e quelli che vivevano con me esprimevano”. I Care, ancora non solo eroga fondi, ma aiuta a coordinare le risorse.
La fondazione, nata nel 1998, ha assunto l?attuale denominazione due anni fa. Per raccontarsi e presentare i diversi progetti avviati ha scelto la strada di un convegno-tavola rotonda: Insieme si può: impegnati in tanti per una società solidale in programma il 22 maggio a Milano a Palazzo Besana.

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