Non profit

Più di 40mila alla fiera nata con il muesli

Al via la Biofach 2011

di Redazione

Era nata per salvare la colazione dei tedeschi, oggi prova a salvare l’alimentazione mondiale. La parabola della Biofach, la più importante rassegna internazionale dei prodotti biologici, in programma dal 16 al 19 febbraio a Norimberga, è sintomatica delle trasformazioni avvenute nel mondo del bio. La minuscola “Fiera del muesli”, andata in scena a Francoforte nel 1984-1985, ha lasciato spazio dal 1990 a un appuntamento che oggi attira oltre 40mila visitatori specializzati e conta edizioni gemelle in Cina, India, Brasile, Stati Uniti e Giappone. Una manifestazione di carattere mondiale, che quest’anno affronta un tema globale: è possibile sfamare sette miliardi di esseri umani cambiando stile alimentare e ricorrendo a metodi biologici di coltivazione? Un quesito che potrebbe apparire scontato. Non certo per i 2.500 espositori che si attendono a Norimberga, e che arrivano per due terzi dall’estero: si va dai produttori di formaggi biologici o tessuti naturali fino agli specialisti di creme bio. Accanto alla Biofach, il centro esposizioni di Norimberga ospita infatti anche Vivaness, il Salone della cosmesi naturale. Un settore in rapida crescita per il settore bio e che sta catturando l’attenzione di molti consumatori.
In tutto, gli espositori italiani dovrebbero essere poco meno di 400, in linea con l’edizione 2010 (allora erano 385). L’Italia è rappresentata soprattutto nel settore dei vini: l’anno scorso le aziende vinicole bio erano 78, più di quelle tedesche (61), spagnole (49) e francesi (37). Un settore, questo, sul quale Nord Europa da un lato (Germania in primis) e Mediterraneo (Francia e Italia soprattutto) stanno trattando da anni per mettere a punto le regole di ammissione di determinati agenti. Senza, però, aver finora trovato una soluzione.
Ma non basta. Durante la Biofach, organizzata dalla Fiera di Norimberga insieme alla Bölw (la federazione tedesca dei produttori biologici) e all’Ifoam (la federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica), si svolge anche il più importante congresso mondiale del biologico. Proprio nell’anno in cui i consumi bio (stime di un +12%) suggeriscono che è il momento di uscire dalla nicchia.
D’altra parte la sede della fiera non è scelta a caso. La Germania è il secondo mercato al mondo per i prodotti bio dopo gli Usa, con un giro d’affari salito da 2,1 miliardi nel 2000 a 5,8 nel 2009. Una crescita che ha vari motivi, spiega il professor Urs Niggli, direttore del Fibl, il più grande istituto di ricerca sull’agricoltura biologica al mondo. Anzitutto ci sono ragioni storiche: in Germania il commercio specializzato di prodotti bio risale agli anni 70. Poi c’è la spinta arrivata nel 2000 dall’allora governo Schröder. E infine ci sono aspetti culturali: «Mentre in Italia o in Francia la cultura alimentare è molto importante e la qualità dei prodotti, anche convenzionali, è di alto livello», nota Niggli, «n Germania, con la diffusione dei discount, c’è stata una spaccatura: da un lato gli alimenti economici e di scarsa qualità, prodotti su scala industriale, dall’altra il bio». [Alessandro Alviani]

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