Non profit

Pochi redditi alti, pronti a mobilitarci

Parla Claudio Siciliotti

di Redazione

Il presidente del Consiglio nazionale: «Disponibili a campagne mirate su chi compila l’Unico»«Volentieri parteciperemmo a una campagna di sensibilizzazione», premette Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, «il 5 per mille è per noi un esempio di democrazia fiscale». Non vi è dubbio che sia così: la percentuale di adesioni al 5 per mille è stata, fin dalla prima edizione, estremamente elevata (in media ne hanno approfittato circa 16 milioni di contribuenti).
Va pur detto però che i cittadini con i redditi più alti usufruiscono con minor convinzione di questa possibilità. Una tendenza ormai consolidata che sarebbe bello poter invertire (più importanti sono i redditi, più alto è l’importo che può essere destinato al non profit). Perché chi compila l’Unico sia coinvolto in questa scelta e agisca anche questa forma di solidarietà, è probabile siano necessarie strategie opportune e il più mirate possibile. «Sono d’accordo», conferma il presidente, «questa attenzione nei confronti del 5 per mille, oggi molto diversificata tra le varie fasce di contribuenti, potrebbe essere in qualche misura riequilibrata. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte».
Se fossero organizzate campagne di sensibilizzazione mirate, i commercialisti ad esempio «potrebbero collocare nelle sale d’aspetto materiale informativo, manifesti». Dunque «c’è la massima disponibilità da parte degli studi anche se», conclude Siciliotti, «probabilmente più che i commercialisti andrebbero coinvolti i contribuenti in prima persona: sono loro che danno le indicazioni ai Caf e agli studi, che in questo ambito si limitano ad eseguire. Dunque l’input dei contribuenti è fondamentale. Anche perché se manca la loro indicazione, può accadere che la segnalazione del 5 per mille passi in secondo piano rispetto agli altri tantissimi adempimenti che una dichiarazione dei redditi richiede».

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