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Pompei, oggi

Bondi riferirà a Montecitorio. Spiegherà i motivi del crollo della Domus dei gladiatori

di Redazione

Il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, riferirà mercoledì a Montecitorio sul crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei. Ad annunciarlo è stato lo stesso Bondi. ”Sulla base della richiesta del Pd di riferire al Parlamento, mercoledì mi presenterò alla Camera dei deputati per spiegare ciò che è accaduto a Pompei e quello che è necessario fare nel futuro, con serietà e senza scaricare la responsabilità su nessuno” ha dichiarato Bondi. La sua informativa è prevista per le 11.

Infuria la polemica sul ministro e sulla politica dei tagli adottata dal governo anche nel campo della cultura. Il Pd, che ha sollecitato un intervento urgente di Bondi in Parlamento, sta valutando una mozione di sfiducia nei suoi confronti.

”La firmeremo certamente – afferma in una nota il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi – Ma è una misura insufficiente: è tempo di formalizzare la crisi e mandare a casa tutto il governo con una mozione di sfiducia al premier”.

Sul piede di guerra Fabio Granata, deputato Fli, che conferma ”la richiesta di immediate dimissioni del ministro dei Beni culturali”. ”Bondi si faccia nominare ministro della Propaganda e si dimetta” attacca Granata.

Per il deputato dell’Udc e membro della commissione Cultura della Camera, Enzo Carra, ”Bondi dovrebbe dimettersi da coordinatore del Pdl per fare meglio il ministro dei Beni culturali. Nella sua carriera di ministro ha tollerato e chinato il capo ai tagli di Tremonti. Non si può dire che il ministero dei Beni culturali abbia brillato per iniziative”. Quanto alla vicenda di Pompei, per Carra ”è la metafora di una nazione e la carta d’identità di questo governo”.

Allo stesso modo secondo Ffwebmagazine, il quotidiano on line delle Fondazione Farefuturo, Bondi deve decidere se fare il ministro dei Beni culturali o il coordinatore del Pdl. ”E’ difficile mantenere contemporaneamente due ruoli così gravosi – osserva Ffweb – coordinatore del principale partito italiano e ministro di un dicastero che dovrebbe essere considerato il più importante a livello italiano”.

In difesa del ministro scende in campo il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Maria Giro, per il quale Bondi è “al di sopra di ogni sospetto perché ha parlato in tempi non sospetti” e da tempo si batte perché il ministero possa disporre di più risorse. ”Abbiamo trovato Pompei e il Foro Romano in uno stato pietoso”, sottolinea Giro, e “il centrodestra non ha mai strumentalizzato i crolli avvenuti quando l’opposizione era al governo”.

La Procura di Torre Annunziata da due giorni è al lavoro per cercare di chiarire le cause del crollo della Domus. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Diego Marmo. Le indagini sono svolte dai carabinieri di Pompei, della compagnia di Torre Annunziata e del Nucleo tutela patrimonio culturale.

”Il fascicolo aperto oggi dalla Procura di Torre Annunziata è un atto dovuto, che servirà ad accertare se ci sono state responsabilità sul crollo avvenuto a Pompei” dichiara all’Adnkronos il procuratore Marmo, precisando che si tratta del secondo fascicolo aperto dalla magistratura sugli scavi di Pompei. Due fascicoli che, precisa il magistrato, ”al momento non hanno alcun collegamento l’uno con l’altro”.

”Il primo fascicolo è stato aperto qualche mese fa in seguito alla denuncia di un sindacato – spiega Marmo – e riguarda l’uso dei fondi per la ricostruzione del teatro di Pompei”. Quanto all’inchiesta aperta per il crollo della Domus, ”dobbiamo capire perché una Domus di duemila anni è crollata e verificare se ci sia un collegamento tra il crollo e l’ultimo intervento strutturale fatto sulla stessa. Inoltre, se è vero quanto riportato dalla stampa, e cioè che sarebbe già stato lanciato un allarme nel 2006, dobbiamo verificare anche questo: se è vero dovrà pur esserci un documento”. ”Tutti adesso sostengono di non essere responsabili di quanto avvenuto a Pompei – aggiunge Marmo – ma se ci sono responsabilità lo dobbiamo accertare noi, perché fino a prova contraria questo è ancora il nostro lavoro”.

”Mi auguro che questa inchiesta possa servire a fare in modo che mai più in futuro si verifichi un fatto tanto vergognoso” commenta all’Adnkronos il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio – E’ opportuno che si accerti se ci sono responsabilità ed è giusto che la magistratura indaghi e faccia tutte le verifiche del caso. Quello che è accaduto a Pompei è un fatto gravissimo, che ha creato un danno all’immagine degli scavi ma anche dell’intero Paese”.

Interviene sulla vicenda anche il direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale del Mibac, Mario Resca. ”Non c’è valorizzazione del patrimonio artistico e culturale senza tutela e manutenzione, che sono due facce della stessa medaglia – sottolinea – A Pompei è mancata sia la tutela che la manutenzione, ma purtroppo negli ultimi 30-40 anni e non negli ultimi 6 mesi”.

”Questo Paese non ha la cultura della prevenzione ma quella dell’emergenza – lamenta Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco – Infatti incentiviamo la Protezione civile che, per carità, fa un ottimo lavoro. Ma prima di pensare alla Protezione civile che interviene sui disastri dovremmo pensare a evitare i disastri”.

Mentre per Vittorio Sgarbi ”il fatto di Pompei è infinitamente meno grave rispetto al sistematico saccheggio operato dalla diffusione delle pale eoliche nei luoghi monumentali, come a Sepino, in Molise. A Sepino il Consiglio di Stato ha appena autorizzato 30 pale eoliche su un sito archeologico. Quello sì è un crimine di Stato, di una violenza inaudita. Con la differenza che a Pompei la causa è il maltempo, a Sepino come in tanti altri luoghi c’è una violenza sistematica e autorizzata per legge”.

Intanto, riguardo al crollo, una guida degli scavi archeologici di Pompei spiega che ”quello che è crollato non era la Domus gladiatori, ma un salone che tecnicamente era stato chiamato ‘Schola armaturarum’ in seguito al ritrovamento al suo interno di alcune armature”. ”C’è un’altra casa dei gladiatori che sta in via Nola, dove all’interno ci sono delle colonne con molti graffiti che riguardano i gladiatori. Quella che è crollata sabato era probabilmente la sede di un’associazione militare con decorazioni simili a quelle della palestra dei gladiatori, che invece si trova nel quadriportico del teatro. Questa similitudine degli affreschi ha fatto supporre che anche i gladiatori potessero incontrarsi lì – aggiunge la guida – ma certamente non era una casa. Era un unico grande ambiente, un salone appunto”.

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