Non profit
Portare il lavoro in carcere. La nostra missione possibile
Compagnia di San Paolo
di Redazione
Fra i tanti impegni che Compagnia di San Paolo porta avanti c’è anche quello rivolto agli istituti di pena piemontesi. «Le notizie che pervengono dalle carceri compongono un affresco crudele, dove la detenzione sembra collocarsi ben al di sotto della linea della dignità umana», spiega il consigliere generale Bruno Manghi, «per questo da circa un decennio sosteniamo progetti particolari per far sì che ci sia veramente la possibilità per il carcerato di riabilitarsi». La fondazione investe in formazione, attività artistiche e di lavoro. È il caso della società cooperativa Pausa Cafè che ha come scopo la prevenzione della recidiva, come spiega il presidente Marco Ferrero: «Grazie ai contributi che la Compagnia di San Paolo ci concede fin dal 2005, abbiamo allestito questa torrefazione e ora la stiamo ampliando negli spazi dati in comodato d’uso dal carcere». Ma non solo: «Dal 2008 abbiamo anche avviato un birrificio artigianale. Finora hanno lavorato con noi 12 collaboratori detenuti. Hanno condiviso la nostra filosofia e l’hanno applicata. Nessuno di loro è recidivo e uno è persino entrato nel consiglio di amministrazione della società».
Poi c’è il progetto Logos che viene sostenuto dalla fondazione fin dal 2003, un esempio di coordinazione tra le amministrazioni, gli istituti penitenziari di Piemonte e Valle d’Aosta, associazioni e cooperative sociali e la Compagnia di San Paolo. «La nostra Costituzione», spiega Jolanda Ghibaudi coordinatrice del progetto, «afferma che la pena deve tendere alla riabilitazione. E nel solco del dettato costituzionale, che è la nostra bibbia civile, ci muoviamo con le iniziative di Logos». Trattamenti psicoterapici, percorsi professionalizzanti e borse di lavoro «che permettono di evitare la ricaduta nel crimine e di restituire ai detenuti, oltre alla responsabilità dei propri atti, la dignità. Superare la condizione di ex carcerato e tornare persona».
Un impegno, quello della Compagnia, da 13,4 milioni di euro dal 1998 a cui si sommano quelli erogati dall’ente strumentale Ufficio Pio, che svolge una funzione di sostegno rivolta a favore di persone e nuclei familiari in difficoltà, con riferimento all’area metropolitana torinese. Fra i tanti progetti in corso vanno citati l’A. O. S. – Accoglienza Orientamento Sostegno, il progetto «Senza dimora» e il progetto «Il Trapezio».
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