In sordina. Il Forum sociale mondiale in occasione del decennale è tornato a Porto Alegre, dal 25 al 29 gennaio. Ma in pochi se ne sono accorti. Perlomeno in Europa, dove i media, con poche eccezioni, hanno snobbato l’evento la cui prima edizione, nel 2001, aveva fatto venire alla ribalta i movimenti con lo slogan «Un altro mondo è possibile». Acqua sotto i ponti ne è passata, e se in America Latina – in cui si sono prodotti i maggiori risultati di “democrazia dal basso” che hanno portato all’elezione di premier come l’indio Morales in Bolivia o l’ex vescovo Lugo in Paraguay – il Fsm “tiene”, la presenza internazionale, Italia compresa (c’erano Arci, Fair, Carta e pochi altri), era ridotta. «È un anno di forum regionali, ce ne saranno diversi in tutto il mondo da qui a fine anno», hanno detto gli organizzatori. Sarà vero, ma allora perché non togliere all’evento brasiliano la qualifica di mondiale? Ultima nota: il presidente carioca Lula, il giorno dopo aver parlato a Porto Alegre, è volato a Davos, a partecipare al Forum economico mondiale. Proprio l’evento “capitalista” contro cui il Forum era nato.
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