Politica

Povertà: perché non possiamo accontentarci della carta “Dedicata a te”

Entro l'11 settembre l'Inps metterà a disposizione dei Comuni gli elenchi dei nuclei familiari che hanno diritto alla card da 500 euro per la spesa alimentare. Antonio Russo, portavoce dell'Alleanza contro la povertà: «Chiediamo alla politica misure strutturali e un Piano straordinario. Se continuiamo ad affrontare la povertà mettendoci il poco che abbiamo – e che sarà sempre meno – non ce la faremo mai»

di Sara De Carli

anziana che fa la spesa al supermercato

È nata nel 2023, con 382,50 euro da spendere entro fine anno in generi alimentari. Nel 2024 l’importo caricato una tantum dal Governo sulla carta è salito a 500 euro, per 600 milioni di risorse stanziate. Nell’edizione 2025 per “Dedicata a te”, la social card del Governo Meloni, è stato previsto una copertura complessiva di 500 milioni di euro, tornando quindi allo stanziamento del 2023, ma la cifra dei 500 euro a famiglia è stata mantenuta: i nuclei che la riceveranno, di conseguenza, calano rispetto al 2024, attestandosi – secondo le previsioni – a quota 1 milione 157mila contro il milione e 330mila dell’anno prima.  

I criteri invece restano gli stessi, come conferma il messaggio 2519 appena pubblicato dall’Inps: sostanzialmente un Isee non superiore a 15mila euro e tutti i membri della famiglia registrati all’anagrafe. Sono esclusi i nuclei che percepiscono già altre misure di inclusione o sostegno al reddito (per esempio l’assegno di inclusione, il reddito di cittadinanza, la carta acquisti, ecc.) che siano di carattere nazionale, regionale o comunale, nonché prestazioni di disoccupazione o di integrazione salariale.

«Cinquecento euro certamente non fanno male. Le famiglie che li otterranno per un po’ avranno una situazione migliore, ma noi come Paese davvero possiamo accontentarci di questo?  E tutti i problemi che non sono legati alla spesa alimentare? E tutto il resto dell’anno? E tutti gli altri nuclei? Perché ricordiamoci che il confronto da fare non è tanto con l’anno scorso, con una differenza di circa 180mila in meno che riceveranno la cara “Dedicata a te”, ma con i 2,2 milioni di nuclei familiari in povertà assoluta», commenta Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la povertà

La carta può essere spesa per l’acquisito di beni alimentari di prima necessità. Il vantaggio della card è che chi ne ha diritto non deve presentare nessuna domanda: sarà direttamente il Comune di residenza a segnalargli che ne ha diritto, la famiglia dovrà solo recarsi a ritirarla presso un ufficio postale. I tempi? L’Inps metterà a disposizione dei Comuni l’elenco dei beneficiari entro l’11 settembre 2025: a quel punto i Comuni avranno 30 giorni per le verifiche di loro competenza. Il primo acquisto dovrà essere fatto entro il 16 dicembre 2025, pena la decadenza dal beneficio, mentre i 500 euro dovranno essere interamente spesi entro il 28 febbraio 2026.

Il giudizio del portavoce dell’Alleanza contro la povertà su “Dedicata a te” è «sempre lo stesso» ed è legato in primis alla dimensione “una tantum” del bonus: «È un sussidio di ultima istanza per chi è caduto in povertà, pensato principalmente per affrontare il problema alimentare. Già dovrebbe farci riflettere il fatto che un Paese come l’Italia, nel 2025, sia ancora alla prese con il tema della povertà alimentare: affrontarlo con modalità che ricalcano essenzialmente la distribuzione dei pacchi alimentari di due secoli fa è palesemente insufficiente. Le misure spot, infatti, hanno già mostrato tutti i loro limiti nel tempo, non incidono in maniera strutturale su un problema che invece in Italia è strutturale. Non dimentichiamo mai i dati, non è vero che stiamo risalendo la china», afferma Russo.

Le misure spot hanno già mostrato tutti i loro limiti nel tempo, non incidono in maniera strutturale su un problema che invece in Italia è strutturale. Non dimentichiamo mai i dati, non è vero che stiamo risalendo la china

Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la povertà

Continuità nel disastro

Russo parla di «continuità nel disastro» – «non forzo nulla, la situazione è questa, un disastro», dice – e chiede per l’ennesima volta «l’introduzione di una misura universalistica, cosa che l’Adi e il Supporto alla formazione e al lavoro non lo sono».

Il momento però è tale che urge un passo in più: «Chiediamo un piano straordinario per il contrasto della povertà, perché non siamo più in una situazione “ordinaria”». Per Russo «stiamo vivendo la crisi della povertà assoluta più seria dal dopoguerra ad oggi, la situazione non è la stessa di dieci anni fa e quindi non possiamo mettere in campo le stesse soluzioni – i bonus – di dieci anni fa. Servono misure strutturali, non dico risolutive ma inserite in un piano strategico, di medio termine, che coinvolga il Governo e l’opposizione perché con 6 milioni di persone in povertà è chiaro che non basta nemmeno una legislatura per risolvere il problema».

Il messaggio per la politica, tutta? È giunto il momento di non accontentarsi di restare sulla linea di galleggiamento. Se continuiamo ad affrontare la povertà mettendoci il poco che abbiamo – e che sarà sempre meno – non ce la faremo mai

Il messaggio per la politica, tutta? «È giunto il momento di non accontentarsi di restare sulla linea di galleggiamento, fingendo che il nuovo bonus di volta in volta introdotto possa essere risolutivo: occorre andare in profondità, sporcarsi le mani, parlare con le persone e andare a capire cosa c’è dietro quei dati. Se continuiamo ad affrontare la povertà mettendoci il poco che abbiamo – e che di volta in volta sarà sempre meno – non ce la faremo mai».

Foto di Victoriano Izquierdo su Unsplash

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