Welfare

Prendo punti Ma poi che ci faccio?

di Redazione

Immigrazione, si volta (forse) pagina. E la chiave del cambiamento è tutta in una parola breve ma densissima: “patto”. Ovvero in un accordo di integrazione che, al momento della richiesta del permesso di soggiorno, ciascun migrante regolare sottoscriverà con lo Stato. In cambio di 30 crediti, dovrà impegnarsi a raggiungere alcuni obiettivi (la conoscenza dell’italiano, il possesso di basilari nozioni di cultura civica, l’iscrizione al sistema sanitario, la frequenza scolastica dei figli). Obiettivi che, al momento del rinnovo del permesso, saranno sottoposti a verifica. Se raggiunti, il migrante riceverà la conferma dei crediti e il rinnovo del permesso di soggiorno; viceversa, il suo “tesoretto” sarà decurtato se avrà subìto condanne penali, commesso illeciti o non avrà adempiuto l’obbligo scolastico. In caso di diminuzione il permesso sarà prorogato solo per un anno e l’immigrato dovrà nuovamente e formalmente impegnarsi a recuperare (non sono previste altre chance per chi dovesse aver “bruciato” tutti i 30 crediti iniziali: se il punteggio scende a zero l’immigrato sarà espulso). Nel regolamento (che dovrebbe essere approvato a breve) è però contemplata anche l’ipotesi di premiare chi riuscirà ad accumulare ulteriori punti ad esempio migliorando significativamente la sua padronanza linguistica o la sua cultura civica. Non è ancora chiaro in che cosa consisterà il premio. Secondo fonti ministeriali, potrebbe trattarsi di voucher per corsi ulteriormente professionalizzanti. Va sottolineato che questa nuova procedura a crediti per il rinnovo del permesso di soggiorno non modifica la normativa sulla cittadinanza (sulla quale in parlamento giacciono diverse proposte, fra cui quella presentata dal finiano Fabio Granata e da Andrea Sarubbi del Pd). In queste settimane, Maurizio Sacconi, Roberto Maroni e Mariastella Gelmini sono al lavoro per elaborare un documento che sarà presentato al Consiglio dei ministri e che dovrebbe contenere un piano complessivo per l’integrazione.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.