Welfare

Processo penale, riforma al via

In allegato il testo del disegno di legge voluto dal governo e contestato dall'opposizione

di Redazione

«Abbiamo fatto un buon lavoro con l’obiettivo di garantire un processo penale più rapido e giusto’». Così il Guardasigilli Angelino Alfano commenta il varo della riforma del processo penale decisa dal Cdm.
«Un ampio capitolo quello della riforma del processo penale è stato dedicato alle misure di garanzie per i cittadini sul versante del giusto processo. Noi abbamo un obiettivo, che si consoliderà nella proposta di riforma della Costituzione che faremo a breve. L’obiettivo è quello della perfetta parità tra accusa e difesa». A sottolinearlo è ancora il Guardasigilli. Il ministro di Giustizia continua: «Abbiamo inserito nel Codice di procedure penale una serie di interventi che renderanno effettivi l’articolo 111 della Costituzione che pur essendo stato approvato a larga maggioranza una decina di anni fa, non riteniamo che sia stato reso operativo ed effettivo nel nostro ordinamento giuridico».
Molto negativo invece il giudizio dell’opposizione.
«Dopo tanti annunci e molte divisioni, il governo ha varato una proposta di riforma del processo penale che non risolverà i problemi più gravi della giustizia italiana e che è in alcune parti dannosa e in altre insoddisfacente. Lo strumento scelto della delega legislativa rischia di impedire un confronto approfondito e proficuo in Parlamento sul dettaglio di norme decisive perchè i cittadini possano avere una giustizia che funzioni e maggiore equilibrio tra le diverse esigenze processuali». È quanto afferma il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia. Che aggiunge: «Accanto a proposte utili sono state inserite soluzioni che preoccupano, come la riforma del rapporto tra Pubblico ministero e polizia giudiziaria, che rischia di sottrarre al Pm la direzione della polizia giudiziaria e con essa il controllo dell’indagine, con minori garanzie per i diritti dei cittadini e minore effettivita’ del principio del controllo di legalità. E anche l’elezione dei Pubblici ministeri presso gli uffici del Giudice di pace, previsione pericolosissima perchè toglierebbe qualsiasi indipendenza e autonomia ai soggetti chiamati a svolgere questa delicata funzione, che non devono essere legati a meccanismi di scambio elettorale».

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