Non profit

Produzioni alimentari dichiarate Così si batte chi specula

gli affamatori

di Redazione

La speculazione finanziaria sul cibo consiste nell’anticipare la salita o la discesa dei prezzi attraverso investimenti e opzioni commerciali come lo scambio e la compravendita di contratti futures sulle materie prime. Si tratta spesso di operazioni compiute anche da chi non ha interessi diretti nel mercato delle commodities. Molti di questi contratti sono infatti rescissi prima della scadenza, senza scambio merci: si tratta quindi di scommesse allo scopo di ottenere profitto a breve termine. In questo modo, l’evoluzione dei prezzi segue una logica finanziaria sempre sganciata dalle fondamentali leggi della domanda e dell’offerta, sempre meno connessa all’economia reale e sempre più soggetta a calcoli di breve termine di qualche hedge fund, di qualche istituzione finanziaria che scommette sui prezzi futuri dei prodotti alimentari.
Quest’anno il G20 si è mosso sull’emergenza speculazione, raccomandando di studiare la possibilità di imporre limiti di posizione agli attori finanziari, facendo in modo cioè che un determinato operatore non possa detenere più di un certo numero di derivati o futures. Questo impedirebbe agli speculatori di manipolare i prezzi con la promessa di comprare vaste quantità di certi prodotti come farina o mais o influenzando il prezzo delle commodities semplicemente mettendo in campo il proprio peso finanziario.
Un’altra proposta è quella di garantire una maggiore trasparenza sui mercati dei beni alimentari obbligando sia i governi che gli operatori privati a fornire informazioni sulla produzione reale e sulle scorte effettive dei prodotti agricoli. Ciò consentirebbe di ridurre l’incertezza sui mercati, perché la speculazione è alimentata dall’insicurezza, da una nebulosità che favorisce le scommesse da parte degli operatori di Borsa sui prezzi futuri. Fornendo una migliore informazione sulle scorte e sul livello della produzione sarà possibile ridurre la “nevrosi” dei mercati e rendere la speculazione meno attraente.
Una terza strada è favorire la distinzione tra gli imprenditori commerciali che vendono tonnellate di riso, mais, farina perché attori reali di questo mercato e gli operatori finanziari che speculano sulle future evoluzioni dei prezzi solo per ottenere guadagni a breve termine. I prodotti finanziari derivati non sono infatti un male assoluto. Per anni

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