La cooperativa La nuova Arca cercava a Roma un immobile per un servizio dedicato a mamme sole con bimbi: l’ha avuto in comodato d’uso gratuito dalla Compagnia di San Paolo. A Craviano, in provincia di Cuneo, la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana non sapeva come usare un suo stabile e poi ha conosciuto l’associazione Colline degli elfi (si occupa di bambini malati di tumore). A Gonzaga invece la Sacra Famiglia di Nazareth disponeva di un convitto non più utilizzato: lì nascerà una cittadella della solidarietà realizzata dal consorzio Solco di Mantova (fa parte del gruppo Cgm). Sono solamente alcuni esempi che il direttore pro tempore Dario Quarta (nella foto) propone per spiegare la Fondazione Talenti (creata nel 2005 da Usmi e Cism, coordinamenti degli ordini religiosi rispettivamente femminili e maschili, da Cgm, Banca Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e dal professor Pellegrino Capaldo, che la presiede). «Lo scopo era creare occasioni d’incontro fra talenti diversi», spiega Quarta, «le congregazioni religiose, che spesso dispongono di strutture che non usano più, il mondo del volontariato e le imprese sociali che possono mettere a disposizione energie e progettualità».
Farli incontrare ovviamente non basta: occorre un accompagnamento che consenta di verificare possibili convergenze e di accertarsi che un percorso comune sia possibile. Non è un caso che delle 750 richieste d’intervento giunte dal 2006 ad oggi solo 370 siano state trasformate in potenziali progetti, 50 dei quali si sono poi concretizzati, grazie alla consulenza gratuita della fondazione, in veri e propri accordi. Il più recente, all’interno del «Progetto scuola» (un ambito d’intervento inaugurato nel 2009), riguarda la costituzione a Vigevano di una impresa sociale da parte delle Suore Domenicane di S. Caterina da Siena e di un gruppo di docenti: «Si occuperà della scuola prima gestita dalle religiose. In questo modo la congregazione manterrà una attività caratterizzante, alla quale non intendeva rinunciare, condividendone la responsabilità in un diverso rapporto con gli ex dipendenti che diventano soci. Non solo: la cooperativa intende anche rilanciare l’istituto (che prevede i diversi gradi scolastici, dall’infanzia al liceo). I soci, religiosi e laici, hanno già preso parte ad un percorso formativo sulla cooperazione sociale, hanno condiviso la scrittura dello Statuto ed hanno votato un consiglio di amministrazione incaricato ora di approfondire i temi della gestione e di predisporre un piano di sviluppo.
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