Cultura
Prosegue scontro tra Vaticano e Israele
Radio Vaticana, governo israeliano non rispetta i patti con il Vaticano
di Redazione
Prosegue anche oggi la polemica del Vaticano con il Governo di Israele, dopo la tensione dei giorni scorsi culminata ieri sera con una dura nota da parte della Sala Stampa Vaticana. E’ un francescano israeliano, padre David Jager, tra i maggiori esperti giuridici sui rapporti Chiesa e Stato in Israele a sottolineare oggi a Radio Vaticana il mancato rispetto degli accordi sottoscritti a suo tempo dal governo di israele con la S.Sede.
”Bisogna capire innanzitutto – spiega il religioso francescano – che la causa di tutta questa crisi manufatta e’ banalissima: il fatto che da tempo il governo d’Israele non stia ai patti stipulati proprio con Giovanni Paolo II. Quindi, non e’ adempiente dell’accordo fondamentale siglato con la Santa Sede. Specificamente vengono in mente due gravissimi fatti. Il primo, nell’autunno dell’anno scorso, il governo d’Israele ha ufficialmente informato la Corte Suprema d’Israele di non ritenersi vincolato dall’accordo fondamentale. Il secondo fatto e’ che e’ divenuto difficilissimo persino fissare degli appuntamenti per i negoziati”.
“L’ultimo appuntamento” prosegue padre david Jager “era stato fissato per il 19 luglio, nel quale il governo d’Israele doveva portare un documento che esponesse per iscritto la sua attuale posizione. Immediatamente prima di quella data il governo informa di non voler stare all’appuntamento. Accetta, pero’, in extremis di fissarne uno nuovo per il 25 luglio. Si vede che i funzionari che avrebbero dovuto stendere il documento non erano pronti neanche per quella data. Non potendo, pero’, trovare alcun pretesto per annullare questo appuntamento, inventavano quella scusa, che e’ assurda, oltre ad essere violenta, cruda, senza precedenti, contro il Papa regnante. Annullavano poi l’appuntamento rifiutandosi di fissarne un altro, diventando a mio avviso, giuridicamente, forse formalmente inadempienti del trattato. Come spiegare ora l’inadempimento dei patti presi nei riguardi di Giovanni Paolo II, il piu’ grande amico che il popolo ebraico abbia mai avuto, il Papa che ha allacciato i rapporti con Israele, anche assumendosi alcuni rischi, come si sa?”.
Secondo padre Jager per chiudere la vicenda ”si richiedono da parte israeliana, a mio avviso, due passi. Il primo, sarebbe una richiesta di scusa senza riserve e senza qualificazioni al Papa regnante e alla memoria del Papa precedente. Questa e’ una cosa che loro possono fare, in modo molto facile. Io infatti non credo che il primo ministro abbia mai preso conoscenza di tutto quanto abbiano detto i funzionari. Secondo, un impegno del governo israeliano di stare ai patti, di rispettare i patti presi, che sono due accordi, due trattati internazionali. Se il governo d’Israele adesso prendesse queste due iniziative, a mio avviso, il rapporto si potrebbe salvare. E chi sia stato responsabile di questa crisi manufatta, gratuita, si assumera’ le proprie responsabilita”’.
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