Non profit

Provate a mettere 6.643 lingotti in un pc

La corsa all'oro dei fondi Usa

di Redazione

Il fondo americano dell’Università del Texas, 20 miliardi in attività e secondo per importanza solo all’Università di Harvard, ha investito il 5% del suo patrimonio in oro. Ha iniziato nel 2009 ad accumulare il metallo giallo a un prezzo di 950 dollari l’oncia incrementando via via la sua posizione fino ad arrivare, al prezzo odierno di 1.500 dollari, a un totale di 1 miliardo. La notizia ha destato grande stupore presso la comunità finanziaria che ha poi fatto un salto quando ha saputo che gli amministratori del fondo hanno chiesto al Comex, il regolatore dei contratti derivati, di ritirare fisicamente i 6.643 lingotti provvedendone al deposito presso la banca HSBC a New York.
Il ragionamento fatto dagli amministratori è stato il seguente: le banche centrali stanno stampando soldi più che mai; qual è quindi il valore del denaro in termini di acquisto e di servizi? Guardiamo all’oro come a una “valuta” che non è possibile stampare. Tra gli addetti ai lavori aleggia il sospetto sul rischio in merito alla richiesta di consegna del metallo in un mercato che registra migliaia di operazioni elettroniche superiori ai quantitativi disponibili nei caveau. I previdenti amministratori hanno quindi detto: basta derivati, niente carta ma solo lingotti.
Mentre oro e argento continuano a far segnare nuovi massimi, il dollaro si svaluta sempre di più per volere delle autorità monetarie americane. I nemici dell’oro parlano di bolla o di speculazione, ma ormai se si guardano con attenzione i trend sono dieci anni che i prezzi salgono guidati dalla ricerca di sicurezza e protezione dei risparmi. Il problema è semmai quello di difendere il potere d’acquisto, dato che non ci sono più valute rifugio. In realtà la notizia dell’Università del Texas è la prova evidente che gli investitori leader del mercato stanno abbandonando il sempre più precario dollaro per la sicurezza dei metalli preziosi. Secondo voi, quanti ne avranno in portafoglio i fondi di investimento o pensione italiani?

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