Welfare

Psicologi in carcere: sempre meno ore. L’allarme del Garante dei detenuti

Su tutto il territorio nazionale cali fra il 25 e il 30% delle ore lavorate. il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni: «A rischio servizi fondamentali come la tutela mentale dei nuovi giunti e la possibilità, per i detenuti, di ottenere mis

di Redazione

Dall’assistenza ai nuovi giunti alle relazioni necessarie per l’ottenimento delle misure alternative alla detenzione. Sono numerosi i servizi a rischio, in tutte le carceri italiane, per effetto delle riduzioni di orario di lavoro imposte ai 480 psicologici che  lavorano negli istituti di pena. A denunciare la situazione il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, coordinatore nazionale dei Garanti delle persone sottoposte a limitazioni delle libertà personali.

A quanto si apprende dagli stessi psicologi, il taglio di ore si attesterebbe fra il 25% e il 30%dell’orario lavorativo. Una decurtazione che penalizza tutti i detenuti delle carceri italiane. Del resto, per capire quanto incida il lavoro degli psicologi all’interno di un carcere basta analizzare i dati sull’attività svolta nel carcere di Rebibbia Nuovo  Complesso, uno dei più grandi d’Italia con circa 1.300 presenza medie e circa 40  ingressi mensili di soli detenuti tossicodipendenti e dove lavorano undici psicologi con contratti che prevedono dalle 15 alle 6 ore di impiego settimanale.

Nel  corso del 2007 a Rebibbia N.C. sono entrati 1174 detenuti tossicodipendenti, 976  uomini e 198donne. Coloro che, per la prima volta, hanno usufruito del servizio  degli psicologi sono stati 418. Gli  psicologi garantiscono la presenza giornaliera al Day Hospital del Reparto G11, colloqui psicologici e psicodiagnostici a richiesta (finalizzati al sostegno e  al trattamento, per eventuali misure alternative, per gli inserimenti in  Comunità terapeutiche e per i permessi premio), organizzazione di percorsi psicoterapeutici di gruppo, colloqui con i familiari, apertura e aggiornamento delle cartelle cliniche, contatti con strutture pubbliche e private, definizione degli iter tecnico-amministrativi.

«Quella dello psicologo è una figura  fondamentale in carcere – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Non è un’esagerazione affermare che molte vite dei detenuti, soprattutto quelli più fragili dal punto di vista mentale, dipendono dal lavoro degli psicologi. Buona parte del lavoro di recupero e reintegro sociale di un detenuto dipendono da questo lavoro che, con le riduzioni di orario, viene seriamente ridimensionato e compromesso. Ho già  provveduto a inviare una dettagliata relazione su quanto sta accadendo al Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria chiedendo che, al più presto, vengano assunti provvedimenti».

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