Marco Fontana, 30 anni, pistoiese, è il responsabile nazionale dei giovani della Fim-Cisl, la Federazione italiana metalmeccanici. Secondo lui la scelta del commissario della Croce Rossa è una «novità in grado di portare aria nuova» in un mondo completamente ingessato.
Vita: Non vedeva l?ora?
Marco Fontana: Seguirò Scelli con attenzione. Trovo che ci sia da guadagnare quando la società civile esprime un personaggio politico.
Vita: Scelli non è un ragazzo di primo pelo. È lui la persona giusta per incarnare le istanze dei giovani?
Fontana: Non penso che l?età sia un ostacolo. La storiella che solo i giovani possono parlare dei giovani è un errore. Allora noi non potremmo parlare di pensioni, ma solo di innovazione, tecnologia, università. Un?assurdità. I giovani la smettano di crearsi alibi e incomincino a dire la loro su qualsiasi tema. Se Scelli può aiutarci, è il benvenuto.
Vita: Condivide anche la scelta di campo del nuovo movimento?
Fontana: Ecco, questo è l?unico neo. Mi sarebbe piaciuto avesse mantenuto una posizione terza rispetto al bipolarismo. In questo modo rischia di allinearsi a uno schieramento. E allinearsi significa mettersi a ruota. Invece dovrebbe essere lui a tirare il gruppo.
Vita: Venendo a lei, che rapporto ha con la politica?
Fontana: Ce l?ho nel sangue. È un sogno che spero si realizzi. Mi attrae parlare degli altri e dei loro problemi.
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