Mondo
Quando un’attività commerciale smette di essere marginale?
Chiarimenti recente circolare dell'Agenzia delle Entrate
di Redazione
Ho saputo che l’Agenzia delle Entrate ha emanato una circolare che riguarda le attività commerciali non marginali. Io rappresento un’associazione onlus di Bologna che, fra le altre attività, fa teatro con ragazzi disabili. Nel corso degli spettacoli vendiamo libri e ci finanziamo anche con i ricavi di un banco bar. Sono da considerarsi attività commerciali “non marginali”?
Ogni anno, l’Agenzia delle Entrate, indicando alle proprie strutture locali le direttrici di intervento per contrastare e prevenire l’evasione fiscale, rivolge un amorevole sguardo al mondo del non profit, nel nobile intento di stanare i profittatori dal non profit. Quest’anno se ne è uscita con la circolare 21 di metà maggio dove sono “osservate speciali” le attività commerciali che non hanno la caratteristica di “marginalità” richiesta dalla norma, attività di un tipo particolare di onlus, le organizzazioni di volontariato (odv). Le cose cambiano se si è onlus in quanto odv (iscritta all’omonimo registro locale), oppure se si ha acquisito detta qualifica iscrivendosi all’Anagrafe delle onlus con iter presso la locale Direzione regionale delle Entrate.
Presentiamo i due casi. In generale per tutti gli enti non commerciali, l’attività di vendita non è imponibile se viene praticata occasionalmente come raccolta pubblica di fondi; tenendo conto che nessuno ci ha mai detto cosa debba intendersi per occasionale, restiamo ancorati prudenzialmente alle due o tre volte all’anno, e sappiamo che le condizioni di decommercializzazione sono, oltre all’occasionalità, l’offerta ai sovventori di beni di modico valore e la compilazione di un rendiconto specifico per ogni manifestazione entro quattro mesi dalla fine dell’anno finanziario.
Se siamo fuori da questa ipotesi, direi che la vendita dei libri e la gestione di un bar (in occasione di spettacoli, quindi in regime di apertura al pubblico) non è concessa alle odv. Il dm 25 maggio 1995 afferma che le attività marginali sono consentite solo se non si va a “turbare” il mercato. Si tenga conto che non è consentito promuoverle pagandoci sopra le imposte, come affermano alcuni buontemponi. Le odv non devono realizzare attività commerciali al di fuori delle marginali e devono rispettare le condizioni di non concorrenzialità.
L’ipotesi di onlus non odv è più complessa, in quanto l’Agenzia delle Entrate non è mai stata prodiga di spiegazioni sulla reale portata delle cosiddette “attività connesse”. Tra le due attività, quella che appare più compromettente da sostenere è la gestione del bar. Il consiglio – valido anche per la odv – è di far gestire le attività commerciali ad un soggetto pacificamente commerciale, come ad esempio una cooperativa, che può concordare con voi un ritorno proporzionato alla rendita dell’attività. In merito alla vendita di libri, bisognerebbe sapere se sono libri sulla nostra attività (caso compatibile con lo status di onlus) oppure se si tratta di altri libri.
[Carlo Mazzini] www.quinonprofit.it
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