Welfare
Quanto lavorano!
Ai minimi storici i tassi di disoccupazione degli immigrati. Intervista a Laura Zanfrini dell'Ismu
di Redazione

di Daniela Verlicchi
Stipendi più alti del 30 %, disoccupazione ai minimi storici e sempre più imprese gestite da stranieri (830, solo nel settore artigianale). Lombardia, l’Eldorado per gli immigrati? Non proprio, spiega Laura Zanfrini, responsabile dell’Area Lavoro della Fondazione Ismu. Perchè se è vero che i dati Ismu parlano di un incrementi notevole dei salari (30 % di media con punte che raggiungono il 50% nel caso della provincia di Varese), bisogna fare i conti «con le condizioni di lavoro degli immigrati e con l’aumento parallelo del costo della vita». La Lombardia rimane quindi un polo dinamico e accogliente dal punto di vista dell’occupazione, ma non è detto che questo si traduca in un miglioramento delle condizioni di vita. E di lavoro. Come spiega appunto l’esperta dell’Ismu
Professoressa Zanfrini, perché gli immigrati in Lombardia guadagnano di più?
Intanto, lo stipendio è aumentato solo in termini assoluti del 30%. Bisogna fare i conti, infatti con l’incremento contestuale del costo della vita e del potere d’acquisto che si è ridotto, esattamente come quello degli italiani. I salari, poi, sono cresciuti proporzionalmente all’anzianità degli immigrati presenti sul nostro territorio e al fenomeno di regolarizzazione.
Più contratti regolari e meglio retribuiti, quindi? Questo è sinonimi di integrazione?
In generale sì. Il reddito è un indicatore del livello d’integrazione. Più significativo però è il livello di disoccupazione, in costante diminuzione.
In Lombardia sfiora il 6%: un minimo storico…
Per le nostre indagini sì. D’altra parte, la disoccupazione è in diminuzione costante dal 2000, da quando abbiamo iniziato a censirla. Il dato relativo al 2007, (6%) è un record relativo: l’anno prossimo potrebbe essere inferiore.
È comunque un segnale positivo…
Indica che il tessuto economico lombardo è in grado di assorbire la forza lavoro immigrata. Da segnalare infatti che in questi anni, mentre il tasso d’immigrazione cresceva, la disoccupazione diminuiva. Questo denota dinamismo e opportunità crescenti. Occorrerebbe, però, dare uno sguardo a quali sono i mestieri svolti dagli immigrati qui in Lombardia.
Quali sono?
Quelli meno remunerati e più richiesti nelle metropoli contemporanee. Gli stranieri sono impiegati nel lavoro domestico, nel terziario di servizi e nell’edilizia. Fanno i pony express, gli addetti alla pulizia e le badanti, tanto per intenderci.
La concentrazione degli immigrati in questi settori non è invece sinonimo di integrazione, giusto?
Significa che sono maggiormente esposti alla disoccupazione o ad una cattiva occupazione, almeno quelli che sono in Italia da meno tempo. Il problema della forza lavoro immigrata in Italia è l’eccessiva flessibilità e adattabilità (che deriva dalla mancanza di tutele sociali). In questo clima è facile che si sviluppino fenomeni di dumping sociale.
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