V olevano divertirsi. Mi han ricordato l’inquietante film Funny games . Tutto il mondo sta facendo i conti con la violenza gratuita, brividi di follia che attraversano il cervello di giovani incapaci di porsi la domanda fondamentale, quella che divide il bene dal male.
A Rimini una persona senza dimora viene incendiata, e quattro ragazzi stanno lì a vedere l’effetto che fa, e si divertono, peccato che devono allontanarsi perché arrivano i soccorsi, ma poi ritornano, orgogliosi di aver provocato tutto quel pandemonio, le luci blu, l’ambulanza, la polizia, la gente che guarda sgomenta, alza le spalle, borbotta. Loro no, continuano per giorni a vivere l’euforia di un gesto pazzesco, e non hanno la percezione della follia, del delitto, dell’orrore. Non si pongono la domanda fondamentale, quella che divide il bene dal male: «È lecito bruciare una persona umana?». No, evidentemente no. Anzi, si vantano con le ragazze, parlano al cellulare rievocando l’impresa.
Credo che i quattro ragazzi “per bene” di Rimini non considerassero il clochard esattamente una “persona umana”, ma solo un rifiuto, una carcassa umana, uno sgorbio sulla panchina, brutto da vedere, e dunque, in fin dei conti, da eliminare. Ma c’è di più: il gioco, in questo caso, era facile, perché la vittima era indifesa, addormentata, incapace di reagire, dunque non c’era nessun pericolo. La vigliaccheria si aggiunge alla crudeltà. Questi ragazzi sono cattivi, in questo momento non possiamo liquidare con un sociologismo sbiadito questo episodio come “noia” e “mancanza di valori”. Dobbiamo tornare a parlare del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto. Questa società deve restituire dignità di persona umana ai più deboli fra i deboli, e i senza dimora, con l’inverno in arrivo, sono lì, a testimoniare la nostra fragilità collettiva. Questo non è solo un brutto sogno. E neppure un film. È parte della realtà del nostro tempo.
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