Famiglia

Quel fiume d’eroina che invaderà l’Italia

Fra due anni il mercato italiano sarà invaso dall’oppio proveniente dall’Afghanistan. Che sarà dato in pasto ai cocainomani di oggi. Intervista a Gilberto Gerra.

di Redazione

Fra poco ci ritroveremo in pieno negli anni 80. «Per ora il mercato italiano è invaso da un?ondata di cocaina. Per ora. Perché sull?agenda delle narcomafie è già programmata la stagione dell?eroina». Un dejà vu che 25 anni fa passò alla storia come il periodo dell?epidemia del buco. «Mi auguro che le famiglie italiane non siano avvertite del pericolo con 5/6 anni di ritardo, come normalmente avviene in questi casi». L?invito ad aprire gli occhi non arriva da uno qualunque. Gilberto Gerra, medico e professore (consulente del dipartimento nazionale antidroga), originario di Parma, è il primo e finora unico italiano a essersi mai seduto al tavolo dell?International narcotics control board (info: INCB), il comitato indipendente dell?Onu preposto al controllo del mercato della droga mondiale, di cui è membro da circa un anno.
Tecnico di altissimo profilo (anche se i suoi 12 colleghi, tutti over 60, si ostinano a chiamarlo ?baby?, in ragione della sua età, solo 48 anni), abituato più a lavorare che a comparire sui giornali (negli anni 90 è stato fra i primissimi studiosi italiani ad andare negli Stati Uniti, alla Columbia university di New York, per studiare l?escalation della cocaina), Gerra non è il tipo da ?sparata ad effetto?. Vita lo ha incontrato a Roma dove sta lavorando alla relazione annuale sulle tossicodipendenze, il documento che ogni 12 mesi fotografa la situazione italiana e di cui Gerra è in grado di fornire alcune anticipazioni.
Vita: Dal boom cannabis all?escalation dell?ecstasy passando per la cocaina modificata con atropina: a stare ad ascoltare tutti gli allarmi si rischia di perdere la bussola. Professore, ci aiuti lei.
Gilberto Gerra: Dal 2000 i media stanno calcando la mano sull?ecstasy. Oggi come oggi però l?emergenza vera è ancora la cocaina. Un mercato che in Europa è tragicamente esploso nell?estate del 1999. Allora lavoravo al Sert di Parma. Sono partito per le vacanze che visitavo un cocainomane ogni 3/4 mesi. Quando sono tornato ne arrivava uno ogni 10 giorni. Da allora al 2003 il mercato è cresciuto dell?80%. E i dati che stiamo elaborando e che presenteremo al Parlamento confermano il trend.
Vita: Un trend di quali dimensioni?
Gerra: Nella fascia di età fra i 15 e i 19 anni ci stiamo avvicinando alle medie di Manhattan, dove il 12% dei giovani fa uso di cocaina (in Italia su un bacino d?utenza di quasi 2,9 milioni di persone equivale a poco meno di 350mila teenager, ndr). Oggi nelle grandi città del Nord, Milano, Verona, Padova, Parma, ci attestiamo intorno al 10%. E stiamo parlando dei soli studenti. Una categoria di privilegiati, quindi.
Vita: Prima ha detto che l?emergenza è ?ancora? la cocaina. In futuro dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso?
Gerra: Nell?arco di uno o due anni mi aspetto l?arrivo sul mercato di ingenti partite di eroina. E il cambiamento sarà rapido e improvviso così come avvenne per la cocaina.
Vita: Come fa a prevederlo?
Gerra: Per due ragioni una legata all?altra. Dal punto di vista del contrasto al narcotraffico l?Afghanistan rappresenta un fallimento. È noto che la coalizione non controlla il territorio rurale, dove dettano legge i potentati locali paragonabili a quelli dei vescovi conti del nostro medioevo, però fondati sull?oppio in grado di rifornire oltre i tre quarti di eroina mondiale. Questa droga deve essere venduta nel giro dei prossimi anni. Le narcomafie hanno già attaccato i mercati dell?Est Europa, dove infatti il consumo è in forte aumento. L?Italia e l?Europa meridionale saranno i prossimi approdi. E paradossalmente saranno gli stessi consumatori a richiederlo.
Vita: In che senso?
Gerra: Le narcomafie si avvalgono di équipe di professionisti di altissimo livello composte non solo da medici o chimici, ma anche da sociologi e psichiatri. Il loro compito è di sondare la domanda e lanciare il trend. In gergo li definiamo drug designers e solitamente sono profughi dell?Est Europa che, malgrado la preparazione, da noi non trovano lavoro se non al soldo della delinquenza.
Vita: Che c?entra questo con l?eroina?
Gerra: I drug designers sanno che il consumo di cocaina genera domanda di depressori. L?eroina è un ottimo depressore. Per piazzarla non c?è mercato migliore dei cocainomani di lungo corso.
Vita: Quindi siamo senza speranza?
Gerra: La prevenzione a pioggia si è rivelata un flop. Penso alle campagne nelle scuole: un sacco di soldi buttati via. Sono iniziative di tipo evangelico che forniscono inutili conferme a chi sta bene. Mentre in chi sta male inducono questo ragionamento: «Stamattina ho imparato che la chetamina è particolarmente rischiosa. Non ci avevo pensato: quasi quasi stasera la provo». La via giusta passa per l?identificazione del singolo disagio e la formazione di genitori e insegnanti. Dopo di che, dobbiamo fornire servizi di qualità. Nel 47% dei casi il consumo di sostanze è complicato da un disturbo psicologico o psichiatrico. Non intendo generalizzare, ma nei 540 Sert italiani talvolta accade che invece degli psichiatri ci siano i dermatologi. E nelle comunità certe volte, ripeto certe volte, è anche peggio: capita che la somministrazione dei farmaci sia lasciata a volontari senza cognizioni mediche. Terzo: rimotivare le forze dell?ordine, che ormai considerano quella contro lo spaccio una battaglia persa.

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