Mondo
Quel ponte sul Payee
Protezione civile: il dipartimento di Bertolaso risponde all'Sos di un vescovo e cosruirà un'opera fondamentale per lo sviluppo di un'intera regione nel sud del Sudan. Disastrata
di Redazione
È un ponte l?opera-simbolo per ricostruire il nuovo Sudan. Un ponte che porterà il nome del nostro Paese e che verrà edificato nel cuore del Bahr el Ghazal, nel Sud del Sudan. L?iniziativa nasce dall?entusiasmo di monsignor Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, e dalla collaborazione della Protezione civile italiana, che per la prima volta ha deciso di portare la propria esperienza e professionalità in questo angolo remoto e devastato d?Africa.
Il progetto è ambizioso e rappresenta, simbolicamente, un ponte di collaborazione tra Italia e Sudan, ma anche un ponte di sviluppo e di solidarietà all?interno del Paese africano. «Sulla carta», ha spiegato Mazzolari in occasione della presentazione ufficiale dell?iniziativa, «il nuovo Sudan è nato lo scorso 9 gennaio, con la firma dell?accordo di pace siglato dal governo di Khartoum e dallo Spla/m, l?Esercito/movimento di liberazione del Sudan. Nei fatti, questo immenso Paese, grande otto volte l?Italia, è tutto da ricostruire. Specialmente il Sud, devastato dal conflitto e da terribili carestie che hanno provocato due milioni e mezzo di morti e quattro milioni di profughi e sfollati». «Per questo», dice il vescovo, «abbiamo pensato non solo di riattivare e dare nuovo slancio alle attività pastorali e ai settori dell?educazione e della sanità, ma anche di costruire un ponte. C?è questo fiume, nella mia diocesi, il Payee, paragonabile per dimensioni all?Adige, che per otto mesi non può essere attraversato. Il che significa che la nostra gente non può muoversi, né venire nelle nostre scuole, o raggiungere i dispensari e i pochi ospedali rimasti. Noi stessi abbiamo difficoltà a spostarci nelle missioni. Soprattutto, non è possibile raggiungere il Nilo, che non è solo acqua, ma anche una straordinaria via di comunicazione, da cui possono arrivare generi di prima necessità e materiali di costruzione indispensabili».
La Protezione civile ha accettato di buon grado la proposta e, dopo un sopralluogo in Sudan, ha fatto proprio il progetto. «Si tratta di un impegno e una sfida a cui teniamo moltissimo», ha sottolineato Guido Bertolaso, che aveva già anticipato l?iniziativa in un?intervista a Vita.
Il luogo in cui verrà realizzato è già stato scelto, e Bertolaso assicura che i tempi saranno brevi. «Il governo dovrà approvare una risoluzione che autorizza il nostro intervento. E prestissimo saremo pronti a iniziare i lavori». Monsignor Mazzolari avanza un auspicio: che sia pronto per il 9 aprile, domenica delle Palme, «così potremmo fare una grande processione sul nuovo ponte». Il vescovo è fiducioso, anche perché il luogo prescelto è lo stesso in cui il santo Daniele Comboni si fermò per undici mesi tra il 1857 e il 1858. E proprio lì sorgerà, oltre al ponte, anche un santuario.
di Anna Pozzi
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