Non profit
Qui catturano cervelli in fuga
250 ricercatori e il 15% del fatturato investito in ricerca. Chiesi va controcorrente
di Redazione
«Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere». Una citazione di Gandhi che campeggia ben in vista nel sito web di un’azienda farmaceutica italiana da un miliardo di euro di fatturato? Curioso. Anche perché la realtà, per una volta, supera le parole. Il gruppo Chiesi, big del farmaco con sede a Parma ma presente nel mondo con altre 24 filiali, è infatti il primo in Italia (e tredicesimo in Europa, secondo l’Industrial R&D Investment Scoreboard dell’Unione Europea) per investimenti in ricerca e sviluppo: 150 milioni di euro all’anno, il 15% del fatturato. E almeno 250 ricercatori che lavorano (ma esiste il potenziale per arrivare a 400) nel nuovissimo Polo di ricerca del capoluogo emiliano, inaugurato lo scorso 3 ottobre con l’obiettivo dichiarato di attrarre talenti per la crescita. Uno su tre, infatti, ha meno di 35 anni, il 64% è donna e ben 36 sono “cervelli in fuga” che Chiesi ha richiamato dall’estero.
«È una scelta controcorrente, ma è proprio grazie alla ricerca interna che i nostri prodotti su patologie respiratorie, neonatologia e fibrosi cistica hanno raggiunto la leadership mondiale», spiega Alberto Chiesi, presidente e ad del gruppo. «Il nostro auspicio è che il governo intervenga con norme di stimolo e incentivo alla ricerca privata, che consentano di accrescere la competitività del Paese». Medici, farmacologi, biologi, chimici: queste le figure professionale del polo di ricerca parmense, che si dedica alla ricerca preclinica e clinica orientata sulle malattie respiratorie, alle quali è dedicato il 90% dei prodotti dell’azienda (in primis contro asma e bronchite cronica). «Il progetto architettonico dell’edificio è ispirato all’idea di riportare al centro l’uomo», continua Chiesi, «gli spazi sono concepiti per essere aperti, polifunzionali, adattabili, funzionali a creare occasioni di collaborazione e dialogo».
L’azienda, nata nel 1935 e ancora oggi a conduzione familiare, ha il grosso del proprio mercato all’estero: «Oltre il 70%», specifica Massimo Zaninelli, responsabile Comunicazione di Chiesi, «con altri tre laboratori di ricerca in Regno Unito, Francia e Stati Uniti. Puntiamo a investimenti continuativi per creare innovazione». Pur mantenendo un indirizzo profit tout court, Chiesi è attento alla responsabilità sociale d’impresa, in particolare nell’abbattimento dello spreco di risorse energetiche: il nuovo Centro ricerche fa largo uso di energia fotovoltaica e del solare termico, l’acqua piovana viene recuperata e gli impianti di condizionamento hanno il minimo impatto sull’ambiente.
Il gruppo farmaceutico parmense appoggia poi varie iniziative di sensibilizzazione (tra cui la Giornata europea delle malattie rare) e, attraverso la Fondazione Chiesi, collabora con centri di ricerca universitari e a promuovere la formazione di giovani ricercatori in neonatologia, e ha all’attivo progetti di cooperazione internazionale in Burkina Faso, Mali, Etiopia e Brasile, in partenariato con associazioni italiane e locali.
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