I n costante aumento. Non hanno dubbi gli operatori delle mense popolari di Milano: gli italiani che non ce la fanno più con le spese e chiedono un pasto gratis sono sempre di più. È un boom a due marce: più lento nei grandi centri, inesorabile in quelli piccoli, dove in alcuni casi il numero dei connazionali è addirittura quadruplicato nel giro di un paio di anni.
Le suore di via Ponzio
Come alla mensa delle suore Francescane di via Ponzio. «Gli italiani erano il 5% due anni fa, oggi sono almeno il 20% dei 500 utenti medi giornalieri che abbiamo», rivela suor Carmela , responsabile del servizio, nato negli anni 50. «Certo c’è un buon numero di persone il cui problema è la dipendenza da alcol o droghe, ma la maggior parte sono vittime della crisi economica».
La sorpresa è l’abbassamento dell’età: «I giovani sono sempre di più, oggi l’età media è più vicina ai 40 che ai 50. Si presentano anche coppie, persone senza lavoro o che non riescono a pagare la scuola ai figli». Molti sono in strada. «La perdita della casa è il passaggio successivo alla mancanza di lavoro».
I Carmelitani di via Canonica
Anche dai frati Carmelitani scalzi di via Canonica, dove i pasti giornalieri serviti sono circa 250 di cui almeno 70 per utenti di nazionalità cinese (la mensa è in zona Sarpi, la Chinatown di Milano), la situazione è simile. «Da inizio 2008 a oggi l’aumento degli italiani si aggira sul 10%. Nel nostro caso, soprattutto anziani a cui la pensione minima non basta più», spiega padre Giulio Pozzi , 61 anni, referente della mensa da dieci anni. «Gli italiani sono il 25% del totale, e la differenza con il passato è che se prima era anche un modo di combattere la solitudine, oggi la motivazione principale è economica», continua il religioso, «quando chiedono, lo fanno in punta di piedi, perché il cibo gratuito è una cosa a cui non avevano mai pensato fino a poco tempo prima». Uno su quattro, quindi, è la media della presenza italiana nei refettori popolari milanesi.
L’Opera San Francesco
Una cifra confermata anche nella mensa più grande della città, quella dell’Opera San Francesco per i poveri capace di dare 2.300 pasti giornalieri tra pranzo e cena, oltre al servizio di doccia, toeletta e ricambio di vestiario. Con in tutto 500 volontari al seguito. «Da noi l’aumento di italiani c’è ma è contenuto, e il motivo è chiaro: preferiscono andare nei centri più piccoli, dove si viene visti
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