Circa 5,4 milioni di nigeriani ? su una popolazione totale di 15,7 milioni di abitanti ? rischiano di finire risucchiati da una grave crisi alimentare a causa dei cattivi raccolti registrati quest’anno nel Paese. Secondo le statistiche ufficiali, al termine di questa stagione di raccolto si registrerà un deficit, per quanto riguarda i cereali, di 602mila tonnellate, e un segno meno davanti alla raccolta di foraggi per 10.200 tonnellate. Di fronte a questi dati drammatici, il governo ha lanciato ? a partire dallo scorso mese di dicembre ? un’indagine nazionale sul grado di vulnerabilità delle popolazioni rispetto alla crisi che incombe.
Dai risultati di questa indagine, circa il 34,9% delle famiglie nigeriane verranno toccate dall’insicurezza alimentare, di cui l’8,5% (oltre 1,3 milioni di persone) in forma “severa”, e oltre 4 milioni in forma “moderata”. Ma c’è poi un altro 23,1% di nigeriani classificato “a rischio”, la cui sicurezza alimentare è fragile e può precipitare prima dei prossimi raccolti.
Il governo ha lanciato un appello alla comunità internazionale, tanto più che ora la situazione si è complicata intorno a Tillabéri, nella parte occidentale del Paese, con l’arrivo inaspettato di molte migliaia di famiglie in fuga dal Mali che si sono accampate nei dintorni di Ayorou, Banibangou, Chinagoder, Koutoubou, Mangaïzé, Yassan… «L’afflusso massiccio di queste famiglie che fuggono gli scontri tra l’armata regolare e i ribelli del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad ha accentuato la vulnerabilità degli abitanti di queste località, che non hanno praticamente raccolto niente quest’anno», spiega Adamou Amadou Tidjani, responsabile della Comunicazione alla Croce Rossa nigeriana con base a Niamey. «In attesa che arrivino gli aiuti internazionali, abbiamo dovuto condividere il poco da vivere di cui disponiamo con le famiglie dei rifugiati che ci sono piombati addosso senza alcune risorsa», testimonia Zakari Djibo, fratello del capo del villaggio di Chinagoder che dà riparo a più di 8mila profughi malinesi.
Al 23 febbraio scorso il numero dei rifugiati malinesi in Niger era di circa 28mila persone. Ma è una cifra in continuo aumento: solo la settimana scorsa sono arrivate, sempre dal Mali, più di 6.500 persone ? in maggioranza bambini ? che si sono stabilite ad Agando, nella regione di Tahoua, nel centro del Paese.
«La presenza di questi profughi, che non potranno tornare nel loro Paese fino a che non tornerà la pace, richiede un’assistenza alimentare ancora maggiore in questa regione del Paese che è strutturalmente deficitaria. L’aiuto deve essere fornito ai profughi di guerra malinesi così come alle popolazioni autoctone», considera Moussa Tchangari, segretario generale dell’ong Alternative Espaces Citoyens, che ha base a Niamey.
Il governo ha calcolato che per far fronte alla crisi alimentare saranno necessari aiuti per oltre 150 milioni di euro. La Croce Rossa, da parte sua, ha quantificato a 10 milioni di euro le risorse necessarie per soccorrere circa 700mila persone in Niger e in Mali nelle regioni di Kidal, Gao e Timbuctu nel Nord del Mali e delle regioni di Tillabéri e di Agadez in Niger, e lo scorso 28 febbraio ha lanciato un appello per la raccolta fondi.
*direttore di Le Républicain,
settimanale del Niger