Lo studio ha dimostrato in topi di laboratorio l’efficacia di farmaci già utilizzati sull’uomo, come l’ibuprofene, con proprietà antinfiammatoria non steroidea e con minori effetti collaterali nel lungo termine rispetto al cortisone, nell’aumentare la resistenza allo sforzo muscolare e rallentare la patologia degenerativa del muscolo. Nei topi, in sostanza, il mix di farmaci rallenta il decorso della distrofia di Duchenne senza produrre effetti collaterali. «Abbiamo riscontrato in questa combinazione proprietà farmacologiche importanti, che possono migliorare il quadro patologico ed agire in sinergia terapeutica con le cellule staminali», ha detto il professor Clementi. La tollerabilità e sicurezza del trattamento combinato con questi farmaci sono ora in studio clinico – il cui reclutamento si è chiuso – in un gruppo di pazienti distrofici adulti presso l’Irccs Medea.
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