Cultura
Ramadan: Benetton mette a disposizione il Palaverde di Treviso
Ma se la festa conclusiva cade di domenica (le preghiere sono legate al calare della luna nei Paesi arabi), il palazzetto non potrà essere utilizzato
La famiglia Benetton, come ha sempre fatto dal 2001, ha messo a disposizione della comunita’ islamica trevigiana il Palaverde per la festa conclusiva del Ramadan.
Il palazzetto dovrebbe essere libero da eventi sportivi già programmati, se la festa cade sabato prossimo, ma tutto dipendera’ dalle decisioni dei vertici della comunita’ islamica, che si riuniranno questa sera davanti agli schermi di Al Jazeera per verificare se la luna apparira’ nei paesi arabi nei quali questo deve accadere perche’ la preghiera possa avere inizio e concludersi, come vogliono i testi sacri, con il declinare del satellite naturale.
Se invece la fine del Ramadan capitera’ la domenica, la celebrazione dovra’ avvenire in un altro luogo poiche’ il palazzetto e’ impegnato da manifestazioni sportive. E’ per ragioni simili, spiegano ancora gli islamici trevigiani, che il ramadan e’ stato ospitato al Palaverde due anni fa ma non lo scorso anno quando, comunque, la sede era stata accordata dalla societa’ di gestione. ”Il prezzo applicato – precisa inoltre il rappresentante della comunita’ musulmana a Treviso, Abderrhamane Kounti – e’ esattamente quello previsto dalle tabelle per un uso degli spazi da parte di associazioni senza scopo di lucro”.
Nelle scorse settimane gli islamici trevigiani avevano rivolto un appello ai parroci perche’ li aiutassero a individuare spazi adeguati, ma senza esito. Il loro appello, inoltre, era stato ”bocciato” dal sindaco e dal presidente della Provincia di Treviso, i leghisti Giampaolo Gobbo e Luca Zaia. Quest’ultimo, intanto, e’ ritornato ad invocare l’uso della lingua italiana nei sermoni del ramadan. ”Nulla da ridire sulle scelte di privati, seppur non condivise – ha detto Zaia – ma a maggior ragione chiedo ancora che i sermoni siano recitati in italiano. E ancora – ha proseguito – esorto tutte le comunita’ musulmane a prendere posizioni chiare contro il terrorismo, perche’ anche i trevigiani hanno bisogno di un segnale positivo. Ci dimostrino con un gesto simbolico che il terrorismo non ha niente a che fare con la religione e, perlomeno le comunita’ che vivono da noi, prendano posizioni chiare”.
”Nulla in contrario – replica Kounti – se Zaia ci concede uno spazio pubblico, anzi, e’ doveroso che in uno spazio pubblico chiunque capisca bene cosa si sta dicendo”. ”Il Palaverde, tuttavia – conclude – e’ uno spazio privato che noi abbiamo affittato, quindi e’ come fosse casa nostra e a casa mia nessuno puo’ ordinarmi in che lingua io debba pregare”.
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