Ho scaricato la sintesi per la stampa pensando di cavarmela in qualche minuto: venticinque pagine di bullet point! Ma in fondo è giusto così. Non si può pretendere di sintetizzare in qualche cartella lo stato del Paese. Soprattutto questo Paese e in questa fase storica. Il nuovo Rapporto Istat, più dei precedenti, sa prendere il toro per le corna, identificando i temi con maggiore chiarezza e utilizzando una maggiore quantità e pluralità di dati. Si vede il valore aggiunto della nuova presidenza, con la quale peraltro si può dialogare attraverso un blog. Ma, come dicono in Toscana, il pezzo meglio è I.Stat, un vero e proprio sistema informativo aperto, interrogabile da chiunque e con il quale è possibile, in buona sostanza, costruirsi il proprio rapporto su base nazionale o inferiore (regionale o per macro area). Uno strumento utile soprattutto per quegli imprenditori sociali che anelano dati per ricomporre l’ormai mitico “scenario”. Non si può certo affidare a questo sistema la soluzione del problema, ma di una parte sì. E’ la tessera di un puzzle dove si mischiano informazioni statistiche con dati qualitativi e di percezione che stanno nella testa delle persone e che i veri imprenditori sanno cogliere e correlare. C’ho smanettato un pò con I.Stat e mi sono elaborato una tabella niente male: numero di imprese non profit che gestiscono presidi residenziali socio – assistenziali. Ne esce un indicatore sulla rilevanza delle imprese sociali nel welfare che meriterebbe maggiore visibilità.
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