Famiglia

Realacci presenta interrogazione parlamentare contro videogioco violento

Si tratta di "Rule of Rose" a marchio Sony

di Redazione

Rule of Rose è un videogioco per ragazzi giapponese a marchio Sony che presto arriverà in Italia. Fin qui, niente di strano. Agghiacciante è, invece, il contenuto del gioco, che ha come oggetto le sevizie ad una bambina di 10 anni e come obiettivo la sua sepoltura da viva.
La segnalazione del fatto arriva dalle associazioni ?Anima per il sociale nei valori d?impresa? e da ?Pentapolis?, che nei giorni scorsi hanno lanciato un appello, sottoscritto da esponenti del mondo della cultura, dell?economia e della politica, con il quale si evidenzia la convinzione che le ragioni del business e del profitto non possono giustificare scelte d?impresa che possono produrre effetti dannosi per i singoli individui, per le famiglie e per l?intera società.
Sulla base di questo allarme Ermete Realacci, deputato dell?Ulivo, oggi ha presentato un?interrogazione parlamentare per chiedere Ministri della Pubblica Istruzione, delle Comunicazioni, delle Politiche per la Famiglia e delle Politiche Giovanili e Attività Sportive quali azioni politiche e legislative intendano intraprendere per far sì che le singole imprese dell?entertainment video e le loro rappresentanze di settore rinuncino ad iniziative di produzione e commerciali basate su prodotti dal contenuto così palesemente violento e antieducativo per i giovani, al fine di non alimentare il fenomeno dilagante del bullismo, della violenza e della criminalità giovanile e contribuire, invece, alla crescita di una generazione sana, retta e cosciente dei valori e del rispetto dell?essere umano e della legalità.
?La cronaca di questi ultimi mesi?, spiega Ermete Realacci, ?non fa che riportarci quotidianamente dei casi di violenza perpetrata da giovani su altri giovani, su persone disabili o diverse, sui propri genitori, sugli anziani. Le cause di tali fenomeni sono da ricercarsi in molti fattori, ma è difficile non pensare che questo possa essere anche legato all?aumento della violenza e dell?aggressività nelle immagini e nei messaggi ai quali i ragazzi, attraverso videogames, cinema e televisione, sono continuamente sottoposti. La produzione e l?immissione sul mercato di prodotti di entertainment con contenuti devianti, cinici e con finalità di gioco esplicitamente contrarie al rispetto della vita e della legge, non può che essere considerato da parte di un?impresa un gravissimo atto di irresponsabilità sociale?.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.