Recidiva sì, recidiva no, recidiva quanto? A sentire le ultime statistiche divulgate dal ministero della Giustizia a Napoli il 21 settembre, molti operatori si sono stropicciati gli occhi. Fino ad allora infatti il dato riconosciuto era ancorato al 68%. Un numero ri-confermato solo nel luglio scorso in occasione del convegno Il carcere: extrema ratio tenuto presso la Provincia di Roma.
Possibile che in appena due mesi il dato sia crollato al 44% come annunciato nel capoluogo campano? Ovviamente no.
La soluzione del giallo va cercata nelle pieghe dei conti degli esperti di largo Daga. A ben guardare infatti entrambe le statistiche sono reali. Ecco perché. Quando si dice che la recidiva è pari al 68% si intende che nei cinque anni successivi alla scarcerazione 68 ex detenuti su 100 sono tornati a commettere un reato. Il 44% ?napoletano? invece indica il numero dei carcerati che in un determinato momento, in questo caso il 21 settembre 2007, si trovano in cella per scontare la pena relativa a un reato successivo al primo. «Si tratta di intendersi su quali grandezze stiamo ragionando», conferma a Vita il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi.
Un piccolo sforzo richiesto soprattutto a chi fa informazione. Qualche esempio? Il Corriere della Sera, proprio nell?edizione del 22 settembre, ha accostato la percentuale ?napoletana? a quella del 22% relativa ai 6.194 indultati liberati dall?agosto 2006 ad oggi e poi rientrati in cella. Questo ultimo dato per analogia sarebbe dovuto invece essere accostato a quello del 68%. «è così», interviene ancora Manconi, «solo queste due grandezze infatti prendono in considerazione chi, avendo scontato un reato, una volta rimesso in libertà è tornato a delinquere».
Un?interpretazione più attenta avrebbe consentito all?opinione pubblica di conoscere la reale ampiezza della forbice fra la recidiva ordinaria e quella dei beneficiari della clemenza, che è molto più larga dei 22 punti percentuali proposti, fra gli altri, dal Corriere.
Tanto più che nei prossimi anni il dato relativo agli indultati sarà destinato a crescere e probabilmente si avvicinerà all?asticella del 44%. Per i detrattori l?ennesima occasione di gettare fango sulla clemenza? Forse, ma se così fosse sarebbe anche l?ennesimo episodio di disinformazione sul tema. «In base alle nostre proiezioni», spiega Manconi, «con il tasso di crescita attuale il dato relativo agli indultati nei prossimi cinque anni rimarrà sotto al 50%».
Decisamente inferiore al fatidico 68%, quindi. Visto da qui, dunque, l?indulto qualche discreto risultato l?ha ottenuto. «Ma la svolta», chiude Nicola Boscoletto, presidente del consorzio Rebus di Padova, «sarebbe quella di portare in carcere il lavoro». L?effetto? Straordinario: «I tassi di recidiva scenderebbero sotto il 15%».
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