Famiglia

Referendum: S. Egidio, ha vinto il buon senso non i cattolici

E' quanto ha detto Mario Marazziti, a nome della comunita' di Sant'Egidio.

di Redazione

‘Tre quarti degli italiani hanno espresso in maniera chiara un elemento che nella campagna elettorale e’ stato sottovalutato. E cioe’ che questo referendum era uno strumento sbagliato per pronunciarsi su materie delicate come la fecondazione assistita, i limiti e le regole della ricerca scientifica che utilizza cellule staminali, quando va vicino all’origine stessa della vita, e sulla dignita’ giuridica della vita umana ai suoi inizi”. E’ quanto ha detto Mario Marazziti, a nome della comunita’ di Sant’Egidio. ”Il referendum ha diviso il paese e ha costretto le forze politiche e il paese a un trauma che non era necessario. Il risultato elettorale ha dimostrato in maniera schiacciante che questo referendum era non necessario e sbagliato in radice. Non e’ la vittoria dei cattolici – ha aggiunto – ma e’ la vittoria del buonsenso”. ”E’ un segnale di allarme per chi ha sposato le analisi affrettate dei promotori del referendum su verita’ scientifiche tutte da dimostrare e si e’ appellato a una lealta’ costituzionale contraddicendo i propri comportamenti anche recenti in analoghe consultazioni referendarie come sull’art.18, forse pagando un tributo a qualche difficolta’ ideologica. E’ un segnale di allarme – ha affermato Marazziti – per tutte le forze politiche che hanno sostenuto con forza il referendum e i quesiti referendari, se hanno l’ambizione e sentono il dovere di aiutare e guidare il paese per uscire da una crisi sociale profonda e che non puo’ essere aggravata con uno scontro artificiale e dannoso tra ‘laici’ e ‘cattolici’. Chi ha espresso fin dall’inizio le proprie perplessita’ di merito e di forma sulla consultazione referendaria non si sente tentato da lusinghe di schieramento politico o da sentimenti di rivincita e sarebbe un errore incoraggiarlo”. Secondo Marazziti, ”il bassissimo voto per i quesiti referendari pone a tutti la necessita’ di ricostruire canali di comunicazione con il paese reale, di abbassare i toni di una campagna che ha dipinto l’avversario con tinte demonizzanti e caricaturali. Pone interrogativi sul metodo e sui presupposti della societ? che vogliamo costruire, sui compagni di strada con cui condividere lo sforzo di creazione di un paese della convivenza, davvero attento ai piu’ deboli, moderno, democratico e non plebiscitario, competitivo”. ”Anche questa battaglia referendaria puo’ essere un passaggio salutare se servira’ a mettere da parte le tentazioni ricorrenti di egemonia culturale o politica di una parte, in un paese dove ancora una volta emerge il dato dell’assenza di una maggioranza identificabile nel paese, e della necessita’ di lavorare insieme. Si apre il tempo dell’incontro, tra laici e cattolici – conclude Marazziti – torna il tempo della centralita’ del Parlamento, se si sapra’ resistere alle sindromi da sconfitta o da vittoria”. (

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