Cittadinanza e lavoro

Referendum senza quorum: da dove ripartire

La tornata referendaria è stata caratterizzata da una bassa affluenza. Per le Acli «l’astensione è un boomerang su cui riflettere». L’Arci definisce il voto dell'8 e 9 giugno non un punto d’arrivo, ma «una tappa di un percorso collettivo di protagonismo politico e partecipazione». ActionAid: «Continueremo a percorrere tutte le strade necessarie affinché la legge sulla cittadinanza venga riformata»

di Redazione

I referendum per i quattro quesiti sul lavoro e il quesito sulla cittadinanza non hanno raggiunto il quorum nella tornata dell’8 e 9 giugno. È il tempo delle riflessioni e delle prime reazioni dal mondo dell’associazionismo.

Acli: «L’astensionismo è un danno a lungo termine»

«L’astensione è un boomerang per la democrazia», commenta Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli. «È un danno a lungo termine che rischia di tornare indietro, andando a colpire anche chi ha voluto puntare sul non voto e che si farà sentire anche alle prossime regionali e alle prossime politiche. L’astensione è come andare in bicicletta: quando lo insegni poi ti rimane, ed è difficile scendere».

Manfredonia pensa alle elezioni europee di un anno fa, «una data storica purtroppo perché nel giugno 2024 per la prima volta ha partecipato a una tornata elettorale nazionale meno della metà degli aventi diritti e dunque, un anno dopo, c’è la conferma che l’astensionismo è la prima scelta. Ora siamo tutti chiamati a intervenire per cercare di invertire questa rotta pericolosissima per la nostra tenuta democratica: si può pensare di governare il paese con il 25% dei consensi? La democrazia deve permeare tutta la vita sociale per rendere possibile la partecipazione, noi siamo pronti, insieme a tante altre associazioni, a fare la nostra parte».

E poi un pensiero va ai temi al centro dei referendum: «Ci piacerebbe ora che davvero tutto il Parlamento lavorasse a modificare le leggi sul lavoro e sulla cittadinanza: la vittoria dei sì è un segnale che non può essere tralasciato nonostante non sia stato raggiunto il quorum».

Arci: «Non c’è il quorum ma c’è una parte di Paese che vuole esserci»

Sullo stesso punto, pone l’accento anche il presidente nazionale di Arci Walter Massa: «Il quorum non c’è, ma c’è una parte di Paese che ha voglia di esserci. C’è un po’ di amarezza, inutile nasconderlo, ma c’è anche la consapevolezza che oltre 14 milioni di cittadine e cittadini che si sono recate alle urne meritano rispetto. L’Arci si è mobilitata con forza e generosità, perché questi referendum non erano un punto d’arrivo, ma una tappa di un percorso collettivo di protagonismo politico, di partecipazione e di lotta per i diritti e la giustizia sociale. Quello che serve al nostro paese per ripartire».

Sull’affluenza, Massa sottolinea che il momento è caratterizzato da «una grande crisi democratica e di sfiducia nel voto. Eppure in queste settimane si è vista un’altra Italia. Una vasta alleanza sociale ha riportato al centro un’idea di politica che parte dal basso e mira a cambiare davvero la vita delle persone. Non è poco, soprattutto in un tempo in cui ci vorrebbero passivi e rassegnati. Il lavoro, la sua dignità, la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, il futuro delle ragazze e dei ragazzi sono un punto di partenza. Fare politica oggi vuol dire alzare la testa, istruirsi, organizzarsi e provare a cambiare lo stato attuale delle cose. Da qui non torniamo indietro».

Actionaid sulla cittadinanza: «Non ci fermeremo»

ActionAid esprime delusione per il mancato raggiungimento del quorum per il quesito del referendum sulla cittadinanza. «La partecipazione degli elettori al voto è stata bassa, specchio di un percorso informativo silenziato e tardivo», si legge in una nota, «senza spazi e senza dibattiti che potessero coinvolgere attivamente e con convinzione l’opinione pubblica, tra tatticismi e inviti diretti a non andare a votare. La campagna Dalla parte giusta della storia e ActionAid da anni si battono perchè la legge sulla cittadinanza sia riformata per garantire diritti alle persone che oggi, ogni giorno, vivono e costruiscono l’Italia. Non ci fermeremo, continueremo a percorrere tutte le strade necessarie per ottenere la riforma, c’è una parte ampia di italiane e italiani che vuole aprire la democrazia, allargarla, renderla più giusta».

Voto per il Referendum popolare dell’8-9 giugno su lavoro, sicurezza, cittadinanza a Roma (Foto Cecilia Fabiano / LaPresse)

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