Welfare
Regina Coeli, sciopero dei medici
Protesta per il ritardo nel pagamento degli stipendi
di Redazione
Da martedì 6 febbraio i medici penitenziari convenzionati del carcere di Regina Coeli sono in sciopero per protestare contro il ritardo di più di 6 mesi (da luglio 2006) nella corresponsione delle parcelle dovute. Insieme ai medici sono in stato di agitazione anche i 25 infermieri della cooperativa che lavora nel carcere (che garantiscono oltre il 50% dell?assistenza sanitaria) perchè anche loro non percepiscono dallo scorso mese di agosto gli stipendi.
Da tre giorni, dunque, i medici specialisti sono presenti in carcere per le urgenze. Garantite solo le consulenze psichiatriche, infettivologiche e la fisioterapia. All?interno dell?istituto sono stati bloccati anche gli interventi chirurgici e chiusa la sala operatoria. L?ultima sessione di interventi prevista è stata effettuata martedì pomeriggio.
«Una situazione – ha detto il Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni – di estrema difficoltà soprattutto se si considera il fatto che il carcere di Regina Coeli è uno dei Centri Diagnostici e Terapeutici nazionali, con detenuti qui trasferiti da tutta Italia e in attesa di visite o interventi anche di una certa entità da mesi».
Lo scorso dicembre Marroni aveva denunciato all?opinione pubblica e alle autorità la circostanza che le ragionerie di diverse carceri del Lazio non avevano fondi sufficienti e per questo medici, infermieri e il resto del personale sanitario che opera in convenzione in carcere era rimasto senza stipendio. Per svolgere il lavoro in carcere i medici guadagnano 21,15 euro l?ora, gli infermieri 16.
«A dicembre sollecitai il nuovo Provveditore del Lazio a trovare urgentemente una soluzione – ha commentato Marroni – Visto che un altro mese è passato invano, auspico un immediato e non più differibile intervento per pagare le spettanze arretrate agli operatori sanitari ed evitare, al tempo stesso, ulteriori difficoltà al sistema penitenziario del Lazio».
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