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Rep. Centrafricana i Villaggi Sos circondati dal caos

La situazione nel Paese è disperata, il direttore di Sos Villaggi dei Bambini della Repubblica Centrafricana, racconta dei Villaggi Sos di Bangui e Bouar che sono diventati rifugio per 3mila sfollati. Ma il cibo inizia a scarseggiare

di Redazione

È emergenza umanitaria in Repubblica Centrafricana. Nel Paese si vive in uno stato di anarchia totale: oltre 450mila bambini sono a rischio ed è difficile contare il numero dei morti e dei feriti. Sono state verificate solo 16 uccisioni di bambini, ma il numero è sicuramente più alto.
Si conta un milione di sfollati, tremila hanno trovato rifugio nelle scuole Sos.
Accanto al problema degli scontri c’è da considerare anche la mancanza dei generi alimentari di prima necessità. L’ultima fornitura di cibo organizzata dal Wfp (Programma Alimentare Mondiale) è del 6 gennaio e sarà sufficiente per non più di due settimane. Al momento il Centro Medico Sos è ancora funzionante e sta collaborando con Medici Senza Frontiere che sta fornendo medicinali e una squadra di medici professionisti.

A dicembre il fotoreporter tedesco Till Muellenmeister è stato a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, e – riporta una nota di Sos Villaggi dei Bambini Italia –  ci ha così riportato: «Sono stato al Villaggio Sos di Bangui e non ho potuto raggiungere quello di Bouar, che si trova a circa 400 km. La strada era troppo pericolosa a causa dei continui attacchi da parte delle milizie. La situazione è spaventosa. Si vedono cadaveri, gente che corre, e poi granate, buttate contro i veicoli o sulle strade, missili lanciati contro abitazioni, negozi, hotel, gente uccisa a colpi di machete. Non ho idea di come finirà questa guerra! Ho trovato i bambini del Villaggio SOS di Bangui spaventati ma fortunatamente illesi. Temo per loro!».

Il Direttore di Sos Villaggi dei Bambini della Repubblica Centrafricana, Marcel Koyadouma, ha riferito: «I Villaggi Sos di Bangui e Bouar non hanno subito, per ora, danni e non sono stati, ancora, attaccati. I nostri collaboratori hanno dovuto spostare le loro famiglie all’interno dei Villaggi Sos, perché sono ancora il posto più sicuro. Le nostre scuole e gli asili sono chiusi da tempo: servono ora come rifugio per 3mila sfollati. Il cibo sta scarseggiando e i prezzi della poca merce disponibile sono altissimi. Una bottiglietta d’acqua costa 4 dollari. Impossibile l’approvvigionamento. I nostri Villaggi Sos sono purtroppo vicini ai campi militari e la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro!».

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