Cultura
Restate, non sono più vacche magre
La replica di Gianni Petrucci, numero 1 del Coni: "Già questanno i contributi allo sport di base sono saliti. Defezione delle associazioni? Sono solo chiacchiere".
di Redazione
Altro che brutto anatroccolo. La fine del tunnel è lì a un passo, già si vede la luce. Il movimento sportivo di base non si deve preoccupare: i prossimi saranno anni di grandi soddisfazioni, «per tutti». Sono parole dolci quelle che Gianni Petrucci, fresco di rielezione al vertice del Coni, rivolge alle sigle dell?associazionismo sportivo. «Tanto più», dice Petrucci, «che nessun successo parte dalle Olimpiadi. Le medaglie sono la punta di diamante, ma senza le fondamenta la piramide crollerebbe». E aggiunge: «Io sportivamente sono nato nelle scuole salesiane. Vengo dagli oratori. Chi mi conosce sa da quanto tempo sto combattendo la monocultura calcistica. La cultura della sconfitta deve entrare nel dna di questo Paese, come avviene per le nazioni più civili». Le premesse per un dialogo franco ci sono tutte.
Vita: Per la prima volta nella giunta del Coni siederà un rappresentante dello sport di base. Con quali funzioni?
Gianni Petrucci: Innanzitutto va detto che questa è una vittoria dello sport di base. Se la sono meritata grazie ad anni di duro impegno. Quanto alle funzioni di questa nuova carica, non abbiamo ancora deciso nulla. Finora la giunta si è riunita una sola volta.
Vita: Quanto pesa nel vostro bilancio il capitolo dedicato allo sport di base?
Petrucci: Non esiste una voce ?sport di base?. Esistono i contributi alle federazioni sportive nazionali e alle discipline sportive associate che si occupano di sport di base e ci sono i contributi per gli enti di promozione sportiva. Contributi che, dopo un periodo di difficoltà economica, ora sono tornati a crescere. Nel bilancio preventivo che abbiamo appena approvato siamo nell?ordine del 3,3% per un totale di oltre 14 milioni di euro. Rispetto all?1% di qualche anno fa mi sembra un bel passo in avanti.
Vita: Niente pericoli che l?attività di base rimanga strangolata nelle strettoie del bilancio?
Petrucci: Lo ripeto, il periodo delle vacche magre è definitivamente alle spalle. Io penso che nel prossimo quadriennio ci potranno essere soddisfazioni per tutti.
Vita: Una fetta sostanziosa del movimento di base però sta pensando di staccarsi dal Coni. Come reagirebbe se ciò accadesse?
Petrucci: A me non risulta niente di tutto questo. Piuttosto dopo la mia rielezione ho ricevuto attestati di stima da tutto il mondo dello sport, sia di vertice, sia di base. Non dimenticherei che la mia gestione si è distinta per la battaglia, vinta, per la conferma delle due ore di educazione fisica nel programma scolastico.
Vita: Però c?è chi parla di un ministero per lo Sport?
Petrucci: Chiacchiere. Io mi attengo alle disposizioni di legge vigenti. Tanto più che col nostro ministero vigilante (il dicastero per i Beni e le attività culturali), il rapporto è eccellente.
Vita: Lo sport di base è minato dalla diffusione del doping. Come si ferma questa emergenza?
Petrucci: Il doping è una piaga mondiale. Gli atleti di vertice però sono monitorati, gli sportivi amatoriali invece sfuggono al nostro controllo. Lì devono essere le forze dell?ordine e le leggi dello Stato a bloccare un malcostume che nuoce alla salute dei singoli individui.
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