Riferendosi all’assemblea capitolina Marco Revelli non parla di “costituente”, ma di «appuntamento importante», che «cade in una fase delicata del percorso del volontariato». Perché è un momento delicato? «Perché la crisi economica esalta il ruolo del volontariato», spiega Revelli, «fa crescere la domanda della società nei confronti del “lavoro” sociale. Aumentano le responsabilità ma anche i rischi. Il principale dei quali è quello di essere nazionalizzato». Cioè? «Essere ridotto al servizio delle politiche pubbliche, diventare una variabile dipendente dei decisori pubblici e uno strumento per abbassare i costi». Come ci si può difendere? «È fondamentale che il volontariato abbia sempre più coscienza di ciò che lo rende terzo rispetto alle due logiche opposte di mercato e Stato», chiarisce Revelli. «La logica del volontariato è data dalla reciprocità, dalla gratuità del dono».
Però ha sempre meno risorse…. «È la tenaglia tragica, rispetto alla quale l’economia è vulnerabile. Il gioco economico è spesso a somma zero. Il volontariato ha dalla sua, se ne è consapevole, la logica dei giochi a somma positiva, in cui entrambe le parti guadagnano. Di fronte a una contrazione delle risorse e a un aumento della domanda, entrano in campo l’invenzione, l’immaginazione. Le risorse del dono sono più elastiche di quelle del circuito monetario. La crisi da questo punto di vista può essere un’opportunità per un volontariato deciso a rilanciare».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.