Maratona di lettura

Ri-trovare Benni e Cuniberti: appunti per una ri-evoluzione firmata Bergonzoni

Alessandro Bergonzoni sarà una delle voci che mercoledì 11 giugno a Bologna rileggeranno la favola illustrata “Viaggio a Stranalandia”: «Il connubio tra questi due artisti è un indelebile colore di arte, comicità, divertimento. Cari lettori, avete un grande compito: portare la fantasia non al potere ma al possiamo e al vogliamo, che diventa voliamo»

di Daria Capitani

La piazza e le persone di Bologna, un’irresistibile favola illustrata, i segni e la penna di chi l’ha creata, le voci di artisti, attori, scrittori riuniti per leggerla insieme. È una serata carica di promesse quella che l’11 giugno prenderà vita alle 21,30 in piazza Maggiore. Il cuore sarà Viaggio a Stranalandia, 69 brevi racconti per 64 disegni nati dall’inesauribile, geniale e giocosa immaginazione dello scrittore Stefano Benni e del pittore e disegnatore Pirro Cuniberti.

Alcuni dei personaggi de I meravigliosi animali di Stranalandia.

Pubblicato nel 1984 da Feltrinelli con il titolo I meravigliosi animali di Stranalandia, il libro descrive un «laboratorio della fantasia della natura, dove tutto è così strano che nulla più ti sembra strano». È un salto indietro nel giugno del 1906, quando due studiosi, unici sopravvissuti di una spedizione scientifica naufragata al largo di Capo Horn, approdano fortunosamente su un’isola non contemplata dalle carte geografiche. I due accademici sono i professori Stephen Lupus e Achilles Kunbertus che in quella terra sconosciuta che chiamarono Stranalandia trascorsero tre anni, venendo a contatto con creature meravigliose mai classificate prima in alcuna disciplina scientifica e con un unico umano, l’indigeno Osvaldo.

Una maratona di lettura per voci illustri

Per festeggiare il settantesimo anniversario dalla nascita della casa editrice, Feltrinelli riporta in libreria questo iconico titolo. Da qui, l’iniziativa del Comune di Bologna e di Elastica, in collaborazione con la casa editrice, di promuovere una serata evento per celebrare gli autori Stefano Benni e Pirro Cuniberti nella loro città, nell’ambito del Bologna Portici Festival e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del Gruppo Hera.

Alessandro Bergonzoni.

Si alterneranno sul palco moltissimi amici di Stefano Benni e Pirro Cuniberti. Da Gigio Alberti ad Alessandro Baricco, da Claudio Bisio a Valentina Chico, Giacomo Feltrinelli, Angela Finocchiaro, Lodo Guenzi, Roberta Lena, Elisa Marinoni, Romano Montroni, Daniel Pennac, Umberto Petrin, Lucia Poli, Alice Redini, Paolo Rossi, David Riondino, Luis Sal, Michele Serra, Carla Signoris, Valentina Virando. Tra di loro, c’è Alessandro Bergonzoni, artista, attore, autore prolifico di spettacoli teatrali, libri e incursioni nel mondo dell’arte, senza mai perdere di vista un interesse profondo per i temi legati alla pace, alle fragilità, alla malattia e al carcere.

Un grande e-laboratorio

Amico di VITA, con cui ha più volte collaborato, Alessandro Bergonzoni conosce Stefano Benni da sempre pur avendolo frequentato soprattutto negli ultimi anni, a differenza di altri colleghi del reading dell’11 giugno che hanno condiviso molte cose con lui dai primordi. «Nel 2001 ho conosciuto Barbara, la mia compagna, che è la figlia di Pirro Cuniberti», racconta. Insieme a Lalla, moglie e prima archivista ante litteram del pittore e disegnatore, Barbara Cuniberti ha creato nel 2023, in occasione del centenario dalla nascita dell’artista, l’Archivio Pier Achille Cuniberti “per Pirro e per Segno”.

Viviamo il tempo dei dieci demandamenti: fallo tu, organizzalo tu, decidilo tu. E invece esistono spazi intermedi di grandissima speleologia. Vedo giovanissimi scendere in piazza per salvare il pianeta, ma la politica fatica perché non ha poetica

Alessandro Bergonzoni, artista, attore e autore

Perché rileggere oggi, a quarant’anni dalla sua prima pubblicazione, questo libro? «Perché non c’è l’oggi». Bergonzoni sgombra subito il campo da rapide semplificazioni. «Io, da artista, diserto quest’oggi, perché l’oggi a volte pulisce la fantasia e l’immedesimazione, pulisce i sapori e le bocche delle persone che non sanno più distinguere gusti, profumi e fragranze. Stranalandia è un connubio di colori e segni infiniti, poesia e gioco, grandi e bambini, anime animali, delicatezza e osatura, non ossatura, intesa come la caratteristica propria di chi non ha problemi a osare. Il connubio tra Cuniberti e Benni è un indelebile colore di arte, comicità, divertimento». Non ironia. «L’ironia è una siepe dove si nasconde chi non è drammatico o comico. Stranalandia è un alto lavoro di invenzioni, una comicità antica che vive ora. È un libro che è stato tradotto in decine di lingue, ha una forza che passa di generazione in generazione. Genera azioni, muove pensieri, fa elaborare. È un grande e-laboratorio».

Non un reading, sarà un concerto

Leggere un libro insieme, in una piazza, ha un significato profondo. «Non sarà un incontro sugli autori né una conferenza sui libri e la letteratura di Benni o l’arte di Cuniberti», spiega. «Reading è una sbrigativa definizione. Qui stiamo parlando di un concerto che è anche un concetto, quello del coro. Coralità, non solo oralità. I coreuti, nell’antico coro greco, vivono la questione, partecipano con voci ed equilbri, conducono a qualcosa di sinfonico, una composizione artistica e musicale, tutto il contrario di un patchwork di suoni. Userei la parola festa, pensando all’azione indicata dal verbo francese jouer: giocare, recitare, creare, inventare». Tutte queste voci saranno lì «per acclamazione, per acclamare due artisti con cui hanno condiviso arte e impegno, ascolto e convivio».

Uno dei personaggi Uno dei personaggi de I meravigliosi animali di Stranalandia.

Altrista di tealtro

Bergonzoni si definisce “altrista” più che artista. È qualcosa che in qualche modo lega le persone che saliranno sul palco e anche gli ideatori di Stranalandia. «Non riesco a fare arte se non c’è l’altro, devo fare altro da me, lo chiamo “tealtro”. Credo che, a parte le marce, le manifestazioni, gli articoli di giornale e le denunce, sia giunta l’ora del grande passo: uscire dall’umanità. In molti ancora ci cascano, invitano al ritornare umani, ma l’umanità è disumana e inumana se lascia accadere ciò che sta avvenendo a Gaza come in Sud Sudan. Per me c’è un salto da fare che si chiama sovrumano: non sto parlando di religione ma di spiritualità». È per questo che ha ideato la sirena antiaerea? «Vado nelle scuole, nei cinema, nei lidi, ovunque la gente possa ascoltare un avviso di attenzione, un’esercitazione di immedesimazione. Lì faccio suonare una sirena come quelle che annunciano un bombardamento. Viviamo il tempo dei dieci demandamenti: fallo tu, organizzalo tu, decidilo tu. E invece esistono spazi intermedi di grandissima speleologia dove tutti noi dobbiamo cominciare a fare un recupero e un’osservazione di cosa c’è sotto terra. Vedo giovanissimi scendere in piazza per salvare il pianeta, ma la politica ancora fa fatica perché non ha poetica».

La rivoluzione non mi interessa più, mi interessa la ri-evoluzione, perché per tornare uomini bisogna esserlo stati

Alessandro Bergonzoni, artista, attore e autore

Di lettori e capolavori

Ripartire dalle domande e dal significato delle parole. «Tu sai leggere? Tu sai tradurre, traslare? È un gesto ancora rivoluzionario, anzi no, ri(e)voluzionario. La rivoluzione non mi interessa più, mi interessa la ri-evoluzione, perché per tornare uomini bisogna esserlo stati». Come si innesta la lettura? «È il grande lavoro. Il Rigario, lo Sbronzolo e la Gallina Intelligente (alcuni dei favolosi abitanti dell’isola misteriosa di Stranalandia, nda) sono esempi di come le parole giocano con noi e ci chiedono: “Ma ci capite?”. Io mi sento un autorizzato non un autore, uno scritturato non uno scrittore. Artisti come Pirro e Benni hanno il privilegio di possedere antenne che captano cose che altri non captano e le regalano al lettore, che non è un elettore. Cari lettori, non elettori, avete un grande compito: portare la fantasia non al potere ma al possiamo, al dobbiamo, al vogliamo che diventa voliamo».

Per Bergonzoni, nel lavorìo dell’immedesimazione e del diventare altro c’è «un divertirsi che arriva da divertere, spostare l’attenzione da un punto e andare verso l’altro. Dobbiamo tutti capolavorare, lavorare ad arte, fare con il nostro mestiere La Pietà di Michelangelo». C’è ancora una cosa che vuole aggiungere: «Il lavoro di un mensile e un sito come il vostro serve a ridare alla gente palato, olfatto e orecchie per sentire quando si sente sempre meno. Vorrei dedicare questa intervista al suo fondatore Riccardo Bonacina, recentemente scomparso».

Tutti i dettagli sulla serata-evento dell’11 giugno qui.

Le illustrazioni tratte dal libro sono di Feltrinelli

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