Welfare
Riabilitazione: in carcere metodi buddisti
Accade al carcere di Rossano calabro
di Redazione
In Italia si fa strada la sperimentazione di nuove tecniche di recupero dei detenuti. La piu’ originale, e forse la meno conosciuta nel nostro Paese, e’ quella che investe sull’educazione spirituale dell’individuo e che attinge dall’Oriente, per la precisione dall’India. Si chiama ‘Vipa’ssana’ ed e’ un’antica tecnica di meditazione, laica, che consente di liberarsi, gradualmente, dalle tensioni mentali, dai condizionamenti e dalle paure per vivere in maniera piu’ equilibrata e quindi armoniosa.
La prima a lasciarsi affascinare e’ stata l’ex direttrice del Carcere di Rossano, Angela Paravati, ora direttrice del personale: “La tecnica – ha spiegato – e’ stata scoperta 2.500 anni fa dal Buddha storico e costituisce l’essenza del suo stesso ministero. Vipa’ssana significa ‘vedere le cose come sono realmente’ e proprio per questo la metodica e’ caratterizzata da un percorso graduale di purificazione mentale, di incondizionata osservazione e di auto-analisi, per arrivare ad una reale comprensione di se stessi e, quindi, del mondo”. La sperimentazione nella casa circondariale di Rossano partira’ nel mese di settembre. “Ho sempre pensato – ha detto all’ADNKRONOS Angela Paravati – che proporre una tecnica di rilassmento in carcere potesse essere un valido ausilio per il ‘recupero’ dei detenuti”. “L’idea – ha aggiunto – e’ nata dopo aver parlato con alcuni ricercatori dell’Universita’ di Cosenza che mi hanno fatto conoscere la tecnica Vipa’ssana. La sperimentazione e’ partita a Nuova Delhi nel 1994. E’ stata Kiran Bedi, la direttrice del carcere di Tihar, a riuscire a coinvolgere con la meditazione migliaia di detenuti, ottenendo ottimi risultati. Ho pensato cosi’ di proporre il progetto di riabilitazione in un convegno a cui hanno preso parte i tecnici del settore penitenziario e studiosi della materia. Il corso di ‘Vipassana’ iniziera’ a settembre e speriamo che anche da noi si possano avere buoni risultati. In fondo tentare non nuoce”. (da adnk)
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