Bilancio pluriennale Ue
Riarmo, per l’Italia si ipotizza una rata capogiro da 2,4 miliardi l’anno
L’Osservatorio sulle spese militari italiane Mil€x calcola che il nuovo budget europeo per la difesa costerebbe al nostro Paese circa 16,8 miliardi di euro in sette anni contro i 3,5 del settennato precedente: 2,4 miliardi di euro l’anno contro i 500 milioni attuali. Cifra peraltro che sarebbe solo un pezzo dell'incremento di spesa necessario per portare al 5% del Pil le spese per la difesa, come chiesto da Trump
di Redazione

Due miliardi e 400 milioni l’anno. È questo l’ammontare di una rata che l’Italia dovrebbe garantire al nuovo budget europeo per la difesa proposto dalla Commissione von der Leyen, che si aggira sui 131 miliardi di euro.
L’osservatorio Mil€x sulle spese militari italiane stima che l’impatto finanziario per il nostro Paese sarebbe di 16,8 miliardi in sette anni, vale a dire 2,4 miliardi l’anno. Nel settennato 2021-2027, il contributo dell’Italia ai fondi europei per difesa (12 miliardi) e spazio (15 miliardi) ammonta a circa 3,5 miliardi complessivi, cioè mezzo miliardo l’anno: se passerà questa proposta di budget il nostro Paese dovrà pagare in sette anni 13,3 miliardi in più, vale a dire quasi 2 miliardi in più all’anno.
«Una cifra che, per la evidente rilevanza e dimensione, dovrà in futuro essere strutturalmente conteggiata come parte “indiretta” nella stima della spesa militare italiana», scrive sul proprio sito Mil€x, l’Osservatorio sulle spese militari italiane.
131 miliardi contro i 27 attuali
«Il commissario al Bilancio Ue, Piotr Serafin, ha spiegato che il nuovo fondo rappresenta un aumento di cinque volte rispetto al livello nel Bilancio settennale in corso, che infatti prevede fondi per quasi 27 miliardi tra difesa e spazio», spiega Mil€x. «Nello specifico, si tratterebbe di 12 miliardi per le spese militari (con sostegno all’industria) in senso stretto: il Fondo europeo per la difesa – Edf (che vale otto miliardi), gli stanziamenti per la mobilità militare (1,7 miliardi), il Programma per l’industria europea della difesa – Edip (1,5 miliardi), il Regolamento a sostegno della produzione di munizioni – Asap (del valore di mezzo miliardo di euro), il Regolamento per il rafforzamento dell’industria della difesa europea tramite acquisti congiunti – Edirpa (300 milioni). Si attestano invece a quasi 15 miliardi gli stanziamenti attuali per i progetti spaziali europei, che sono di carattere prettamente militare (Iris 2, GovSatCom, Ssa) o comunque hanno natura dual-use (Copernicus, Galileo, Egnos). Una situazione che fa capire perché siano stati inseriti nel medesimo strumento finanziario che andrà a sostenere le spese per la difesa. Considerando che attualmente il contributo dell’Italia a questi fondi europei ammonta a circa 3,5 miliardi nel settennato (cioè mezzo miliardo l’anno), con l’eventuale approvazione definitiva di questa prima proposta budget il nostro Paese subirebbe un differenziale di esborso in più (nei sette anni) di 13,3 miliardi, cioè quasi due miliardi ulteriori all’anno rispetto al livello attuale».
«Se invece si volesse fare una distinzione tra le due componenti che saranno inserite nel fondo (cioè difesa e spazio), ipotizzando che mantengano lo stesso peso specifico all’interno del nuovo fondo (circa 45% difesa e 55% spazio), lo stanziamento settennale per le spese militari in senso stretto sarebbe di quasi 60 miliardi sui 131 totali», conclude Mil€x. «In tal caso, il contributo italiano settennale sarebbe di 7,5 miliardi, più di un miliardo all’anno, con un differenziale di 6 miliardi in più su sette anni, cioè circa 850 milioni in più ogni anno».
Credit: foto di Somchai Kongkamsri su Pexels
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