Welfare

Rinnovabili sì grazie. Ma tra il dire e il fare…

Ecco cosa impedisce agli italiani di scegliere efficienza energetica e tecnologie in grado di utilizzare fonti rinnovabili per le loro case

di Redazione

Disinformazione, inerzia, pigrizia, troppe regole poco rispettate e una burocrazia faticosa: . Lo rivela una  ricerca WWF, realizzata da Politecnico di Milano e università dell’Insubria, e pubblicata da  Il Sole 24 ore . Tutto ciò frena una «voglia» di fonti rinnovabili che emerge da un’altra ricerca targata WWF (e affidata a Makno), secondo la quale sono i cittadini italiani e quelli svedesi i più desiderosi di energia verde doc, e per averla sono disposti anche ad un sacrificio economico. L’indagine è stata realizzata per scoprire le aspettative dei cittadini di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia rispetto alla liberalizzazione del mercato elettrico, partita ufficialmente in Italia e Germania il 1° luglio di quest’anno.
 Dal sondaggio Makno e Consulting emerge in effetti uno scenario inadatto alle aspettative: i cittadini europei si sentono presi d’assalto dalle campagne pubblicitarie dei fornitori di energia, dei quali si fidano ben poco: l’80-90% del campione reputa poco chiari se non addirittura ingannevoli i messaggi. La maggioranza degli italiani è disposta a spendere dal 2 al 10% in più all’anno per una tariffa per la quale sia chiaro il beneficio ambientale. Il 69% degli italiani, più che in ogni altro Paese, si dimostra disposto a migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Oltre l’80% ritiene le emissioni di gas serra molto o abbastanza importanti nei criteri di scelta del fornitore di energia. Ma la voce forse più sorprendente del sondaggio riguarda le aspettative sulla liberalizzazione del mercato di energia: il 36% in Italia, il 41% in Francia, il 32% in Germania sono alla ricerca di «un rapporto nuovo con il proprio fornitore di energia elettrica» con il quale intraprendere la strada dell’efficienza e della protezione dell’ambiente.

Ostacoli…
 Per quanto riguarda le barriere che ostacolano lo sviluppo dell’efficienza energetica – è questo l’oggetto della ricerca WWF  Le barriere all’efficienza energetica nei condomini italiani  elaborata da WWF, Politecnico di Milano e Università dell’Insubria-  ne emergono quattro: Barriere culturali: gli utenti considerano l’investimento in campo energetico soprattutto come una potenziale perdita economica, l’investimento in efficienza è inconsciamente sentito più oneroso rispetto ad altre forme di investimento (titoli di Stato per esempio).
Barriere tecniche e professionali: i tecnici del settore non sono sempre in grado di proporre interventi realmente adeguati e tendono a considerare ogni innovazione come una possibile fonte di complicazioni.
Barriere finanziarie: ci sono poi le gravi difficoltà di accesso al credito, e l’irrisolto connubio proprietari-affittuari, in cui gli uni non investono perché non beneficerebbero in bolletta, gli altri perché l’immobile non è loro.
Barriere normative: gli stessi strumenti previsti dalla normativa italiana per favorire gli interventi di messa in efficienza sono usati impropriamente o affaticati da tempi troppo lunghi di applicazione (per esempio la Certificazione energetica, il Contratto servizio energia, i Certificati bianchi, il Conto energia per il fotovoltaico, le Esco).

…e soluzioni
 Sono almeno tre – si legge nelle conclusioni della ricerca – le aree di intervento necessarie per superare gli ostacoli all’efficienza energetica:
Snellire la burocrazia: normativa, certificazione, standard minimi: serve una normativa semplice ed efficace; una certificazione energetica obbligatoria; un piano nazionale per l’efficienza energetica nell’amministrazione pubblica
Finanza e incentivi: occorre definire un sistema di regole e incentivi nel lungo periodo (10 anni) perché sia chiaro che gli aiuti pubblici sono transitori e aiutano i cittadini a mettersi in regola con disposizioni normative vincolanti che verranno introdotte al termine del periodo di incentivazione
Formazione e sensibilizzazione: a questi macro-interventi si deve affiancare un efficace lavoro di informazione dei cittadini e formazione dei tecnici e la presenza di energy manager nei condomini più grandi.