Non profit
Ritorno alle origini, con la riabilitazione al centro
Centoquarant'anni di impegno a favore dei non vedenti
di Redazione
«Istruire più che nutrire»:
il motto del fondatore alla base dei progetti dell’ente, che punta sempre più verso l’obiettivo dell’autonomia dei disabili sensoriali. Scommettendo
anche sulla tecnologia«Il 2008 è stato un anno anche celebrativo: con diverse manifestazioni abbiamo ricordato i 140 anni della fondazione, ma abbiamo soprattutto colto l’occasione per tornare alle nostre radici»: è questa la sintesi dell’attività dello scorso anno secondo Claudio Cassinelli, presidente dell’Istituto David Chiossone di Genova (nella foto). Una figura poliedrica, quella del fondatore – autore teatrale, patriota, assessore all’Igiene, medico – indagata nel volume di Mirella Pasini La mente e il cuore. David Chiossone e l’etica sociale dell’Italia unita, pubblicato appunto lo scorso anno. Chiossone diede vita all’istituto, usando risorse comunali e donazioni della borghesia genovese, nella consapevolezza che fosse necessario “istruire” più che “nutrire”. «In altri termini», spiega Cassinelli, «aveva capito l’importanza della riabilitazione: non ci si deve limitare a fornire la pur necessaria assistenza, occorre far sì che le persone siano il più possibile autonome e possano quindi vivere la propria esistenza in maniera il più possibile libera. Perché, e su questo insistiamo molto, anche la riabilitazione visiva è un diritto».
Non che in questi anni il Chiossone non abbia lavorato in tal senso – è convenzionato con il Sistema sanitario nazionale dal 1990 – ma certamente il settore riabilitativo, nel quale rappresenta un importante centro d’eccellenza, è la sua vocazione più autentica. «Il 2008 ha segnato il percorso conclusivo di questo ritorno alle origini e quindi alla specificità riabilitativa, anche in vista dell’evoluzione dei trattamenti e del riconoscimento del carattere scientifico dell’istituto», chiosa il presidente. Non a caso, è stata siglata una convenzione con l’Istituto italiano di tecnologia e ci si sta interessando, anche con una specifica ricerca, alla vista artificiale. Tutto ciò mentre il Chiossone sta articolando, in una logica di risposta integrata, una sempre meglio articolata offerta residenziale organizzata a seconda della tipologia e dell’età di utenti (compresi i portatori di molteplici disabilità) e capace anche di sperimentazioni interessanti (come quella portata avanti da due anni con un gruppo di 15 minori autistici).
Nel 2005 è stato inaugurato un centro per l’età evolutiva dove, attraverso terapie e attività riabilitative avanzate, sono affrontati i problemi di percezione dei neonati, dei bambini e degli adolescenti: vi operano infatti due distinte équipe, una per i bambini fino a 5 anni e una per ragazzi da 6 a 18 anni. «Un altro risultato significativo», conclude Cassinelli, «è stato condotto dall’istituto all’interno della Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi e riguarda un progetto con cui diffondere le buone pratiche a favore degli anziani non vedenti. Una rete per scambiare buone prassi ma anche per creare competenze mirate, come ad esempio operatori specializzati».
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