
Maggio 2025
Lavoro, adesso scegliamo noi
I giovani sono sempre meno e sempre più richiesti. E soprattutto hanno deciso di riscrivere le regole del gioco nel mondo del lavoro. Il servizio di Copertina del nuovo numero di VITA magazine, con novità grafiche e di contenuto, è un viaggio dentro al lavoro visto con gli occhi degli under35: una rivoluzione che si sta facendo spazio tra ricerca di senso, desiderio di cambiamento e gestione dei confini tra sfera personale e lavorativa. Tanto altro nelle nuove sezioni: Societas (“sguardi inediti sulla realtà”) e Communitas (“costruttori di relazioni”).
Nel servizio di Copertina il primo capitolo (“Ma che lavoro è?”) con un’inchiesta di Lidia Baratta e le infografiche e i numeri di Matteo Riva restituisce la fotografia di un approccio alla vita professionale in divenire, attento al benessere e all’equilibrio tra sfera lavorativa e sfera privata. Un approccio molto diverso rispetto alle generazioni precedenti e che ribalta gli equilibri. Oggi e sempre di più in futuro la bilancia penderà dalla parte dei giovani lavoratori, con le aziende in affanno per “aggiudicarsi” i talenti migliori.
Come costruire allora un ponte tra gli under35 e le imprese? Lo abbiamo chiesto a Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group, ad Anna Gionfriddo, ceo di Manpower Group, all’esperta di futuro del lavoro Silvia Zanella e alla psicologa del lavoro Biancamaria Cavallini.
Il secondo capitolo (“Quelli che scelgono il lavoro sociale”) si apre con una tavola rotonda con venti tra educatori, fisioterapisti, infermieri, psicologi, youth workers dai trent’anni in giù. Di fronte a un elenco di “nonostante” da prendere in considerazione quando ci si indirizza verso un lavoro sociale, hanno risposto con pillole di bellezza, tutto ciò che li rende appagati nelle loro giornate. Sui mestieri di cura si può anche sorridere: lo facciamo con Lorenzo Traversari e Filippo Caccamo, entrambi molto apprezzati sui social.
Il terzo capitolo (“Lavorare nel Paese delle rendite”) apre una riflessione analitica e documentato sulle scelte di un Paese che favorisce la rendita, piuttosto che i redditi da lavoro: le disparità tra chi possiede una casa e chi no, il rentier capitalism, le rendite immateriali e quelle digitali, il lavoro povero delle donne e la scarsa mobilità sociale. Intervengono gli economisti Leonzio Rizzo, Daniele Checchi e Marco Leonardi, il consulente strategico Enrico Verga, il responsabile strategie digitali di Confartigianato Imprese Paolo Manfredi, l’esperto di Politiche del lavoro Simone Cerlini e Mara Ghidorzi, gender expert, DE&I training designer.
Oltre al servizio di Copertina, nell’editoriale, il direttore Stefano Arduini, riflettendo sul referendum dell’8 e 9 giugno, pone un quesito: «Che senso avrebbe non aprire le porte della cittadinanza a 2,5 milioni di persone che già vivono legalmente nel nostro Paese? Italiani di sangue o stranieri di origine: cittadini non si nasce, cittadini si diventa. Tanto più in un Paese come l’Italia che ha urgente bisogno di costruire meccanismi nuovi di partecipazione e cittadinanza attiva».
La prima sezione, che da questo numero si chiama Societas, ospita i contributi di Ivana Pais, Giuseppe Frangi e Maurizio Crippa, un’infografica di Matteo Riva, le nuove firme dei giovani fotografi dell’Istituto italiano di fotografia, del collettivo del Teatro del Lunedì, del giornalista e illustratore Salvatore Garzillo e di Rosy Russo (founder di Parole Ostili), oltre a un’estensione su carta delle newsletter Dire, fare, baciare a cura di Sara De Carli e Produrre bene di Giampaolo Cerri.
I “costruttori di relazioni” sono infine i protagonisti invece di Communitas, la sezione che chiude il giornale. Si parla di sport e partecipazione, di piccole realtà educative e disagio giovanile, di filantropia al femminile, di ciò che sta accadendo in Myanmar e ancora di lavoro nelle rubriche di Sergio Gatti e Stefano Granata. Infine, due nuovi appuntamenti fissi: ogni mese dialogheremo con un change maker (il primo è Ugo Bressanello, fondatore di Domus de Luna a Cagliari) e con un abbonato di VITA. A rompere il ghiaccio su questo numero è l’abbonato Flavio Boccacci («Leggo VITA per non perdere la bussola»).
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