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Settembre 2025

Venezia, non più serenissima

I turisti la prendono d’assalto, ma viverci è ogni giorno più difficile: dopo Milano, VITA racconta Venezia nella complessità delle sue contraddizioni. Una ricerca di prossima pubblicazione dell’università Iuav mette in luce, nella città più bella del mondo, uno spopolamento senza pari, che incide sul mondo della scuola e dei servizi socio-sanitari. Ma c’è anche un altro sguardo, a cui abbiamo voluto fare spazio: quello di chi la sceglie e si impegna per renderla più sostenibile e viva. Lo trovate in una mappa dei 75 luoghi dell’attivismo civico e in dieci idee per il futuro.


Il primo capitolo anticipa in un ampio pezzo di apertura a firma di Alessia Zabatino ed Elena Ostanel, rispettivamente research fellow e professoressa associata presso l’università Iuav di Venezia, i contenuti di una ricerca realizzata nell’ambito del progetto di rilevante interesse nazionale Looking into the dark, coordinato dall’università La Sapienza di Roma in partenariato con l’università Iuav e il Politecnico di Milano. Attraverso un apparato consistente di dati, l’articolo mette in luce la tensione problematica tra flussi turistici, accesso alla casa e spopolamento, la chiusura di plessi scolastici per mancanza di numeri e la lotta per il mantenimento dei presidi sanitari. Per restituirne a pieno la complessità, con l’aiuto di dieci esperti (Matteo Basso, Alice Corona, Jane Da Mosto, Maria Fiano, Laura Fregolent, Giacomo Manegus, Francesco Musco, Naomi Pedri Stocco, Valentina Rizzi e Carla Tedesco) abbiamo messo in fila alcuni dei nodi da sciogliere. Un cortocircuito sociale su cui abbiamo interpellato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il direttore generale dell’azienda sanitaria Ulss Serenissima 3 Edgardo Contato e l’assessore del Comune di Venezia alla Coesione sociale Simone Venturini.


Quello che la città non ha perso è la partecipazione, come raccontiamo nel secondo capitolo. Lo testimoniano le storie di chi la sceglie e si impegna per renderla più sostenibile e viva: ne abbiamo raccolte 75 in una mappa ragionata dei luoghi dell’attivismo civico e sociale. Li abbiamo suddivisi in sette macro aree che raccontano i temi che stanno a cuore ai veneziani: i giovani, la coesione sociale, il diritto alla casa, l’ambiente, la salute, la cultura e la partecipazione.


Il terzo capitolo è un laboratorio per ripensare Venezia, con gli interventi di Gianfelice Rocca, presidente della Fondazione Giorgio Cini, Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, Ezio Micelli, professore all’università Iuav, Giuseppina Rita Jose Mangione e Rudi Bartolini della Rete nazionale delle piccole scuola – Indire, Nicola Pellicani, direttore della Fondazione Gianni Pellicani, Monica Calcagno e Diego Calaon dell’università Ca’ Foscari, il regista Andrea Segre, la curatrice del Padiglione Italia della Biennale di Architettura Venezia Guendalina Salimei, le autrici del volume Venezianissime! Isabella, Camilla e Beatrice Campagnol, e Gian Piero Alloisio, il cantautore che nel 1981 scrisse Venezia, il brano cantato da Francesco Guccini.


Veniamo ora alle altre sezioni del magazine. L’editoriale dell’economista Leonardo Becchetti è dedicato alle città condivise, più giuste e più sostenibili. In Societas, fra i tanti spunti e il meglio delle newsletter di Sara De Carli e Giampaolo Cerri, Salvatore Garzillo nella rubrica “Chi è successo” ci presenta Simmaco Perillo, 52 anni, cooperatore agricolo in un bene confiscato alla camorra. La parola del mese, a cura di Rosy Russo di Parole ostili, è influencer, con un’accezione nuova, fatta di dialogo e solidarietà.


In Communitas, i presidenti dell’Acli e dell’Arci Emiliano Manfredonia e Walter Massa spiegano come si costruisce il campo largo del sociale, Sergio Gatti ci porta alla Triennale di Milano dove è in corso la mostra Inequality che rappresenta la disuguaglianza da 15 prospettive diverse, mentre Stefano Granata accende una luce sui nodi che il Terzo settore deve sciogliere al suo interno. Nelle pagine di Produrre Bene Giampaolo Cerri ci fa entrare nel mondo delle fondazioni figlie del capitalismo familiare, mentre per la rubrica dedicata ai change maker Anna Spena traccia un ritratto di Angelo Moretti, l’attivista diventato imprenditore. Il numero si chiude con l’ormai classica intervista all’abbonato/a del mese. Questo mese abbiamo incontrato Claudia Corsolini che di VITA dice: «È un antidoto a diventare escludente».

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