Non profit

Rivoluzione nel catering. Non si spreca più niente

Il monouso biodegradabile

di Redazione

In principio erano solo mollette per stendere il bucato. Oggi dalla storica Fabbrica Pinze Schio, che produce da circa un secolo prodotti per la casa nel piccolo comune in provincia di Vicenza, escono tante idee innovative per il futuro, compresa la linea “Ecozema” di prodotti compostabili e biodegradabili per il catering realizzati con biopolimeri o con fibre vegetali: posate, bicchieri, tovagliette e shopper in Mater-Bi oltre a piatti in polpa di cellulosa e altri accessori.
«La nostra seconda vita è cominciata una decina di anni fa», racconta il direttore generale, Armido Marana. «Dopo aver valutato la crisi che stava attraversando il nostro core business abbiamo deciso di mettere a frutto nel settore delle bioplastiche le tecnologie e la conoscenza del mercato che avevamo, avviando una collaborazione con Novamont. Le nostre posate sono state le prime al mondo ad ottenere la certificazione Ok-Compost, mentre nel 2010 sono nati anche i prodotti Re-Zema, fatti interamente con plastiche riciclate post consumo e con numerosi altri contenuti di valore ambientale e sociale. Oggi tutto questo rappresenta il 60% dell’intero fatturato, che ammonta a circa quattro milioni di euro».
Negli ultimi anni la linea Ecozema ha conquistato una fetta non indifferente di mercato, visto che i prodotti per il catering ecologico sono stati scelti tra gli altri da Slow Food (in occasione del Salone del gusto di Torino e Slow Fish a Genova), da Trenitalia, che li utilizza sulle maggiori linee, dalle mense scolastiche del Comune di Roma, da alberghi e dalle organizzazioni di grandi manifestazioni sportive. «Ma se si calcola che oggi in Italia il mercato del monouso si aggira sugli 800 milioni di euro, è chiaro che siamo solo agli inizi», commenta Marana.
Secondo l’imprenditore a frenare lo sviluppo del settore in Italia ci sono ancora la grande confusione normativa nel campo dello smaltimento dei rifiuti e i ritardi nella realizzazione degli impianti di compostaggio, che in molte città non consentono ancora il conferimento delle bioplastiche tra i rifiuti organici. «C’è tutto un mondo ancora da educare», conclude, «e occorrono anche norme più chiare sul ciclo integrato dello smaltimento dei rifiuti per consentire a tante piccole aziende di fare investimenti e potenziare un mercato che ha enormi potenzialità».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.