Famiglia
Roma, mancano luoghi di culto per gli immigrati
L'appello è stato lanciato, attraverso un'intervista al Messaggero dalla delegata all'Ufficio per la Multietnicità Franca Eckert Coen
di Redazione
Secondo un recente studio della Caritas, il popolo multireligioso degli immigrati conta piu’ di 200 diversi luoghi di preghiera: i cattolici hanno a disposizione 132 chiese (tra cui 39 per i filippini, 12 per i polacchi, cinque per i francesi, quattro per gli ucraini). I protestanti, secondo gruppo per presenze, si riuniscono in 26 templi tra cui dodici avventiste e quattro valdesi, seguiti dagli ortodossi, dai musulmani, dagli ebrei e dai buddisti.
Ma sono ancora poche secondo la deledata all’Ufficio per la Multietnicità Franca Eckert Coen. «Sono tante e alcune attendono una risposta da secoli» spiega, riferendosi alle richieste di concessioni di aree per luoghi di preghiera nel comune di Roma. «Otto sono in giacenza – prosegue – dalla comunita’ ortodossa alla congregazione cristiana dei testimoni di Geova».
Le strutture esistenti si trovano soprattutto nel centro storico, ma arrivano richieste di nuovi centri di preghiera anche dalla periferia: dalla Laurentina a Fidene, da Ostia a Spinaceto, da Torre Angela a Spinaceto. Aumentano le richieste di nuovi luoghi di culto, ma il dibattito sulla sulla moschea di piazza Vittorio e acceso. «Sulle mosche non si puo’ andare avanti con gli allarmi all’infinito – dichiara Omar Camilletti, consigliere della Lega Musulmana mondiale in Italia e menbro del tavolo interreligioso a Roma -. A Roma come in Italia c’e’ una comunita’ di musulmani che legittimamente hanno bisogno di luoghi di culto e di propri centri di aggregazione culturale,. Non si possono mettere in castigo tutti i 150mila musulmani di Roma. La politica deve trovare risposte e stabilire le regole, favorendo la presenza di imam qualificati».
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