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Roverway 2012: scout sui sentieri finlandesi

Trecento giovani dell'Agesci in partenza per l'edizione 2012 del Roverway. Quest'anno il campo internazionale si svolge in Finlandia.

di Redazione

Tutto pronto per il Roverway 2012. Un evento scout organizzato da Wosm e Wagggs, le due associazioni mondiale dello scoutismo. Ideato per dare l’opportunità ai ragazzi tra i 16 e i 22 anni di condividere opinioni, culture e tradizioni diverse. Quest’anno, dopo Portogallo (2003), Italia (2006) e Islanda (2009) è la volta della Finlandia. A organizzare l’evento è l’associazione scout finlandese Suomen Partiolaiset

Ma cosa si fa al Roverway? L’evento è composto da due momenti: un campo mobile che prevede alcuni giorni di cammino da viver in gruppi ristretti e internazionali per favorire la conoscenza e l’approfondimento di tematiche di interessere giovanili e altri giorni di campo fisso in cui condividere tutti insieme le esperienze vissute. Gli obiettivi educativi scelti per il Roverway 2012 sono riassunti dal motto “see.feel.follow.” ossia vedere, per provare/valutare e seguire la strada che si è scelta, che è l’essenza del metodo scout e si articolano nelle quattro dimensioni relazionali raffigurate nel logo: la relazione con se stessi, con gli altri, con la società e con la natura.

La cerimonia di apertura è prevista per il 20 luglio in tre luoghi diversi della Finlandia (Helsinki, Tampere, Rovaniemi), secondo la “tribù di appartenenza”: a seguire ciascuna “tribù” partirà per i quattro giorni di campo mobile. Durante la fase di preparazione, infatti, i partecipanti saranno divisi in Patrol (Pattuglie) di 5-15 persone capi compresi; le Patrol dei diversi paesi saranno poi raggruppate durante l’evento in distinte Tribù che vivranno insieme la parte mobile e successivamente il campo fisso del Roverway.

Il 25 luglio tutte le tribù si riuniranno a Evo, località poco a nord di Helsinki, dove si svolgeranno le attività del campo fisso e la cerimonia di chiusura che avverrà il 28 luglio. Nei mesi successivi all’evento ogni tribù si impegnerà nel realizzare il RoverMomentum, che avrà progettato negli incontri preparatori al Roverway, per «lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato», il motto degli scout.

Due giorni prima della chiusura, giovedì 26 luglio, invece, si terrà il “Lowerway Festival Day”, celebrazione all’interno del Roverway in cui tutte le nazioni partecipanti esprimeranno la loro cultura con spettacoli, giochi, workshop, cibi tipici.

Il contingente Agesci, circa 300 persone, parte integrante del Contingente della Federazione Italiana dello Scautismo, sarà formato da 266 ragazzi e ragazze di età compresa tra 17 e 21 anni (Rover e Scolte R/S) divisi in 20 Patrol su base regionale (o di regioni accorpate) a cui si aggiungono 29 capi educatori, 4 adulti AGESCI che faranno parte dello staff di contingente, e 7 IST (capi scout coinvolti nell’organizzazione – International Service Team).
Alessandra Miracca, Roberto Tascini e Padre Giovanni Gallo, a capo del contingente Agesci nello spiegare le ragioni della partecipazione al Reverway sottolineano come nel sogno di Baden Powell, lo scautismo sia una fratellanza internazionale, «cioè un movimento che “non fa alcun caso, in pratica, a differenze di classe, religione o razza”. Invece, nella realtà di oggi, queste differenze spesso pesano, anche tra “fratelli” scout. E allora farci caso diventa importante, visto che bisogna provare a capirle per superarle». E aggiungono «Perché sulla strada ci si incontra alla pari, senza privilegi, senza difese; le categorie che il mondo ti impone non valgono più, e vedi l’altro per come è davvero. Perché nell’esperienza della strada non c’è posto per le uniformi inappuntabili e per i pregiudizi, ma  si impara e si condivide il vero stile RS: umiltà, attenzione, capacità di ascoltare sé stessi, gli altri, la natura che ti accoglie.  Perché non sono molte le occasioni per conoscere la cultura di un altro paese facendo strada con coetaneo, condividendo il cibo, la fatica, le canzoni, e pensare insieme a come rendere i propri paesi luoghi migliori per viverci. E poi, perché incontrarsi, raccontarsi, ricordarsi è, banalmente… bello. E gli scout sanno cercare la bellezza, e se ne innamorano».
 

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