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Russia, il conteggio alternativo di Golos

di Redazione

Notti bianche e giorni neri, il loro telefono non smette mai di squillare: corrispondenti da tutto il mondo chiamano per avere le cifre veritiere dell’ultimo voto della Federazione Russa: i loro dati sulle elezioni in Russia sono stati citati più di quelli dell’Osce. Non sono stupiti quelli di Golos, «come non lo è nessun cittadino russo», sulla vittoria di Putin. «Abbiamo fatto tutto il possibile e continueremo a lavorare ancora di più». Olga Novosad, responsabile stampa dell’ong Golos (“voce”), con un’unica missione, monitorare la trasparenza del voto in Russia, fa sapere: «Ovviamente ce l’aspettavamo, ovviamente ci sono stati brogli, ovviamente andremo avanti».
Mentre Putin piange nella centralissima piazza del Maneggio per aver stravinto al primo turno elettorale, Golos fa censimento dei suoi collaboratori nell’ufficio di Mosca: non tutti hanno inviato relazioni e dossier da tutte le città della Russia, da Pietroburgo a Vladivostock, non tutti sono ancora tornati. Vuol dire che qualcuno è stato arrestato, o picchiato, o sparito: «In un Paese con sei fusi orari diversi, è difficile stabilirlo». E per loro le elezioni non sono finite con il 63% dei voti per Russia Unita, partito del presidente al suo terzo mandato, anzi: sono appena cominciate, incrociando conteggi e statistiche. Era stato attivato un servizio sms dall’associazione per la denuncia dei brogli: il server non è stato capace di contenere la quantità di messaggi in arrivo. È stata poi la battaglia delle webcam: quelle governative che inquadravano dall’alto e venivano trasmesse, violando il segreto di voto, dalla tv nazionale e quelle dei dissidenti, cittadini comuni, che con un cellulare e YouTube hanno dimostrato al mondo quanto è facile manipolare le elezioni per diventare presidente nel Paese più esteso del mondo. Ovviamente, non è servito a niente.

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