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Sacconi: 19mila invalidità revocate in tre mesi

I dati presentati ieri dal Ministro in un'interrogazione della Lega

di Redazione

Pierguido Vanalli (Lega Nord) ha posto ieri un’interrogazione parlamentare al Ministro Maurizi Sacconi sulle iniziative per contrastare il fenomeno delle false invalidità civili. In particolare ha chiesto delucidazioni sull’ingresso – con decorrenza 1 gennaio 2010 – di un medico dell’INPS quale membro effettivoche delle commissioni mediche dell’ASL che riconoscono la sussistenza o meno dei requisiti.

Ecco la risposta di Sacconi. «Signor Presidente, faccio presente in primo luogo che gli accertamenti effettuati dall’INPS ai sensi della normativa vigente hanno la finalità di verificare la permanenza o meno dello stato invalidante, nonché dei requisiti reddituali previsti per poter fruire delle provvidenze economiche. Ed è proprio in considerazione dell’eventualità che nel tempo lo stato invalidante possa modificarsi in senso migliorativo o peggiorativo che è stato previsto l’istituto della revisione. In particolare, nel caso della revisione relativa ad una prestazione concessa a seguito di accertamento sanitario espletato in sede amministrativa, ha rilevanza soltanto la situazione attuale del diritto restando viceversa irrilevante la pregressa situazione. Per tali motivi i giudizi di non conferma dei requisiti sanitari emersi nel corso del piano straordinario di verifiche per il 2009 non possono essere assimilati a giudizi di falsa invalidità per colpa o per dolo come conseguenza connessa in termini di responsabilità.
Ciò premesso, per quanto concerne le attività di verifica svolte dall’INPS, informo che le stesse sono state effettuate nei confronti dei titolari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità. Inoltre, con la legge finanziaria per l’anno 2010 è stato previsto un programma di 100 mila verifiche aggiuntive nei confronti dei titolari dei benefici economici di invalidità civile. Come emerge dai dati forniti dall’istituto, alla data del 30 marzo la non conferma dei requisiti sanitari ha riguardato 18.840 casi, pari all’11,25 per cento del totale, con percentuali variabili tra il 5,81 per cento della Toscana e il 19,27 per cento della Campania.
Ciò ha dato luogo o alla revoca del beneficio o alla sua trasformazione in una prestazione economicamente meno favorevole. Aggiungo infine che un’ulteriore significativa quota di revoche è conseguita alla mancata presentazione a visita di cittadini regolarmente convocati. Resta comunque fermo l’obbligo di denuncia da parte dell’istituto per le conseguenti azioni di responsabilità in caso di revoca per insussistenza dei requisiti nei casi in cui vengono rilevati elementi di responsabilità per danno erariale.

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